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Fuori dal Coro 2008
65.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Sentieri di Cinema seguirà anche questa edizione con il consueto reportage giorno per giorno ed invierà in laguna un gruppo di operatori del circuito.
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29/08/2008
Sotto assedio, parte seconda: il caldo.
Buongiorno. Approfitto di un "buco" negli orari della Mostra per avvantaggiarmi con l'aggiornamento giornaliero ed approfittare, così, di maggior tempo da dedicare al sonno nella fascia notturna. Il caldo afoso che caratterizza queste prime giornate di Mostra, rende un po' più difficile la partecipazione attiva e pimpante alle varie iniziative collaterali che "colorano" la scansione delle proiezioni, mentre, peraltro, l'aumento dell'afflusso di pubblico si sta facendo sentire, soprattutto durante le code agli ingressi che, sempre più iniziano a farsi minacciose. Malgrado tutto la mattinata si è rivelata piuttosto ricca di possibilità. Alle 08:15 abbiamo visionato la pellicola: PUCCINI E LA FANCIULLA di Paolo Benvenuti. Un episodio "scandaloso" della intensa vita del maestro lucchese, ci viene restituito con intensità e rigore grazie alla puntuale ricostruzione dei fatti (quasi un'analisi), così come ci ha abituato il regista di "Gostanza da Libbiano" e "Segreti di stato". Piace la volontà di limitare al massimo le parole per far "parlare" le immagini e la musica (peraltro quella "asciugata" della parte per pianoforte solo della composizione operistica "La fanciulla del West". Un gruppo di attori sconosciuti presta molto bene la propria partecipazione ad una pellicola curiosa ma di un certo spessore.
La seconda pellicola visionata (nel frattempo abbiamo partecipato alla presentazione ufficiale della neonata Film Commission delle Marche, alla presenza del Premio Oscar Dante Ferretti e del noto attore Neri Marcoré), è stata l'attesa opera prima di Guillermo Arriaga; THE BURNING PLAIN. L'autore di diversi romanzi e di interessanti sceneggiature degli ultimi anni (Amores Perros, 21 grammi; Le tre sepolture), attraverso un solido montaggio parallelo, costrrisce una storia che si dipana su tre piani temporali diversi. Il tema del dolore, della capacità di accettarne le ovvie ferite e cicatrici, è sviluppato grazie alla bella prova di un cast azzeccato fra cui spiccano le due figure femminili principali: una Kim Basinger dolente, sempre più brava a resituitci personaggi intensi e martoriati, e il premio Oscar Charlize Theron, non nuova ad interpretazioni lacerate e cupe.
Purtroppo la seconda parte della giornata, funestata da un ulteriore aumento della temperatura che, da queste parti risulta anche più insopportabile dato l'alto tasso di umidità, non è stata particolarmente ricca di visioni "rinfrescanti". Nel pomeriggio, sbadigli e repentini reclinar di capo hanno accompagnato la soporifera visione dell'opera prima ZERO BRIDGE del newyorkese di origine kashmir, Tariq Tapa. La soria è quella di un diciassettenne piuttosto ribelle ed insofferente al lavoro e alla vicinanza dello zio-padrone che sogna di andarsne a Dehli e, per caso incontra una bella e colta ragazza, deisiderosa come lui di fuggire da casa. Il film, girato in Kashmir, con attori probabilmente presi dalla strada, risulta piuttosto confuso... Peccato, perchè sarebbe il film di diploma e debutto sul grande schermo per il giovane regista.
Terza e ultima pellicola della giornata: DANGKOU (Plastic City) di Yu Lik-wai, insolito gangster movie un po' yakuza style, ambientato all'interno della più numerosa comunità giapponese dell'America Latina. La regia, nervosa e molto incline ad ossequiare i dettami di una certa estetica postmoderna (convulsivo montaggio ritmico, riprese in digitale, fotografia effettata e cromatismi innaturali) disperde quella che poteva anche essere una buona idea in una storia sfilacciata dai mille sottotesti e dall'intreccio poco chiaro. Il tutto dilatato colpevolmente in una sceeggiatura che ha qualche lungaggine.
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