La prima giornata di Mostra (viaggio compreso) si è dimostrata, tutto sommato, soddisfacente.
Ben quattro le pellicole visionate.
La nostra mattinata si è aperta con la visione del film che inaugura ufficialmente questa 65° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: BURN AFTER READING dei fratelli Joel e Ethan Coen. Attesissima dal pubblico festivaliero per via della fascinosa collaborazione con George Clooney e Brad Pitt, la pellicola conferma il feroce umorismo dei creatori di “Fargo”, “Mister Hula Hop”, “Il grande Lebowsky”, “Fratello dove sei”…. In una patinata ed inquietante Washington D. C. si muovono, come marionette impazzite, gli squallidi personaggi di una commedia nera che sfrutta la fobia dell’essere spiato per demolire l’ossessione del controllo assoluto su tutto e su tutti. Ancora una volta è il Caso a portare il Caos. Molto intrigante la regia che spiazza con soluzioni eleganti e sopra le righe (mercè l’ottimo commento sonoro di Carter Bulwell e la bella fotografia del maestro Emmanuel Lubezki. Ottima la prova del cast (veramente strepitosa la coppia di attori che si dimostrano sempre più versatili), comprese le parti di contorno dei notevoli John Malkovich, Tilda Swinton, Frances McDormand.
Da notare che il film è stato preceduto dal cortometraggio DO VISIVEL AO INSIEVEL del centenario maestro portoghese Manoel de Oliveira; 7 piacevolissimi minuti (e 4 sole inquadrature) per ridicolizzare l’ossessione contemporanea per la comunicazione al cellulare e l’incomunicabilità fra soggetti.
Il secondo film visionato, nella sezione Orizzonti, è stato il toccante PA-RA-DA del figlio d’arte Marco Pontecorvo. La pellicola ricalca la storia del clown franco-algerino Miloud Oukili, che appena poco più che ventenne, nel 1992, decise di fermarsi a Bucarest e riscattare, con l’arte di strada, le vite dei giovanissimi abitanti delle fogne e dei canali sotterranei della città. La pellicola, che nelle mani di un regista meno attento avrebbe rischiato di trasformarsi in un lacrimevole percorso alla ricerca di emozioni forti, risulta invece un omaggio sentito ad un “eroe sconosciuto” dei nostri tempi ed un inno alla valenza salvifica del Teatro povero. La regia procede attraverso inquadrature nervose e guizzanti in ossequio all’estetica contemporanea, ma senza scadere nel già visto o nel trito. Da un punto di vista strettamente educativo si sottolinea la mano felice nel tratteggiare la figura di un “animatore-educatore” positivo in tempi in cui il cinema, troppo spesso tende a mitizzare cattivi maestri.
La terza pellicola visionata è stata il curioso film MACHAN dell’italiano Uberto Pisolini (più noto come produttore del fortunato film Full Monty). In una Colombo caratterizzata da problemi sociali, separazioni etniche, povertà, rivendicazioni politiche e voglia di emigrazione un gruppo di poveracci organizza una truffa ai danni dell’ufficio visti spacciandosi per la squadra nazionale di palla-mano dello Sri Lanka. Non mancano situazioni ironiche continuamente smorzate da un sottotesto drammatico che emerge quale sapiente contrappunto di una “partitura” azzeccata e piacevolmente intrigante. Nei titoli di coda, una rivelazione: la storia raccontata, per quanto paradossale, sembrerebbe ispirata ad eventi realmente accaduti.
Purtroppo l’ultimo appuntamento della giornata, peraltro la prima pellicola in concorso, non è stato all’altezza dei precedenti. JERICHOW, del tedesco Christian Petzold (considerato uno fra i migliori registi del panorama attuale in terra di Germania), procede sul filo del classico “triangolo” amoroso, virato in chiave molto drammatica sulle orme de “Il postino suona sempre due volte” e colorito di sottotemi quali: l’accettazione della diversa nazionalità, il bisogno di affetto, l’importanza della stabilità economica in una relazione amorosa, il tradimento… Forse un po’ troppa carne al fuoco per il terzetto di attori che reggono sulle spalle quasi 93’ di tensione in un climax molto melodrammatico e poco accattivante. Un peccato, perché almeno uno dei personaggi è tratteggiato in maniera riuscita.
E così, non resta che riposare le palpebre e prepararsi ad una nuova giornata che si preannuncia intensa e ricca di possibili colpi di scena.
Per oggi è tutto, a risentirci a domani.