Venezia 73
QUESTI GIORNI di Giuseppe Piccioni – Italia, 120’
Margherita Buy, Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Filippo Timi
Liliana, Caterina, Anna e Angela, quattro giovani amiche, partono per Belgrado per accompagnare una di loro. Tutte stanno cercando di lasciarsi alle spalle qualcosa. I giorni del viaggio saranno un tempo rivelatore, magico e sospeso. Piccioni, da sempre molto sensibile ai sommovimenti dell’animo femminile, disegna un delicato racconto di formazione. Lo sguardo della macchina da presa è affettuoso ed empatico con le protagoniste e il motivo del “Paradiso Perduto”, richiamato sin dal principio, fa da chiave di lettura al racconto. Eccessivamente verboso il finale.
Venezia 73
PARADISE di Andrei Konchalovsky – Russia, Germania, 130’
Julia Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Victor Sukhorukov, Peter Kurt
Un ufficiale delle SS, un funzionario parigino collaborazionista e una nobile decaduta di origine russa in camera look si alternano a raccontare le proprie storie. Presto le tre vicende convergono sullo sfondo tragico della persecuzione nazista degli Ebrei durante la seconda guerra mondiale. I narratori, però, hanno qualcosa di strano… Un film retrò: formato del quadro 4:3, fotografia in bianco e nero, linguaggio classico, per un principio sempre attuale; il tema centrale, che emerge potente nel finale, richiama la necessità, al termine del proprio cammino, di dare un senso alle proprie azioni affermando l’imperativo etico di un Giudizio.
Venezia 73
NA MLIJECNOM PUTU (ON THE MILKY ROAD) di Emir Kusturica - Serbia, Gran Bret., Usa, 125’
Monica Bellucci, Emir Kusturica, Sloboda Micalovic, Predrag Manojlovic
Kusturica, a quasi 8 anni dall’ultimo flm, torna alla regia con una favola romantica e tragica che lo vede anche interprete nei panni del lattaio Kosta. Ogni giorno, a dorso d’asino e con un ombrello a ripararlo dal sole e dalla pioggia, deve attraversare le linee per portare il latte ai soldati, bersagliato dai proiettili della fazione opposta. Un giorno, nella strana fattoria ove lavora, viene portata una misteriosa donna italiana (Monica Bellucci): è colpo di fulmine… Il pluridecorato regista serbo, in questo film, sembra voler affastellare tutti i motivi visivi e le tematiche delle sue opere più famose: da IL TEMPO DEI GITANI (1988) a UNDERGROUND (1995) a GATTO NERO, GATTO BIANCO (1998), ricercando la stessa disperata frenesia narrativa (supportata dalla colonna sonora). L’impressione è che l’operazione non sia però del tutto riuscita. Particolare rilievo mitologico, ad accentuare il clima onirico, lo hanno le figure animali, parte della pregevole allegoria poetica di cui è intriso il racconto.
Fuori Concorso in collaborazione con Giornate degli Autori
L’UOMO CHE NON CAMBIO’ LA STORIA di Enrico Caria – Italia, 77’
(documentario)
Ottimo “docuthriller” sui difficili anni italiani immediatamente antecedenti la Seconda Guerra Mondiale. Ranuccio Bianchi Bandinelli, segretamente antifascista, è l’intellettuale incaricato dal Partito di fare da Cicerone ai due Dittatori europei durante la celebre visita di Adolf Hitler in Italia nel 1938. Durante il viaggio, lo studioso si rende conto di non essere sottoposto ad alcun tipo di controllo di sicurezza, e di essere l’unico a poter decidere orari ed itinerari del tour: iniziano così a farsi strada nella sua mente fantasie legate alla possibilità di eliminare in un colpo solo entrambi i politici e profonde riflessioni riguardo le conseguenze che un atto del genere potrebbe verosimilmente portare su scala europea e mondiale. A trasportare lo spettatore nel mondo così delineato è l’alternarsi delle voci fuori campo di un narratore onnisciente e del protagonista della vicenda, che forniscono un commentario intrigante e per certi versi inedito allo studiato e felice connubio tra immagini di repertorio fornite dall’Istituto Luce ed illustrazioni fumettistiche disegnate apposta per il prodotto. Brillante ed istruttivo.