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Fuori dal Coro 2016
Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge diversi giovani operatori (tra i 18 e i 24 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 31 agosto al 10 settembre per documentare la 73.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica e come giuria riconosciuta per il premio collaterale LANTERNA MAGICA CGS.
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05/09/2016
lunedi 5
Orizzonti
IL PIÙ GRANDE SOGNO di Michele Vannucci - Italia, 97'
Mirko Frezza, Alessandro Borghi, Vittorio Viviani, Milena Mancini, Ivana Lotito, Ginevra De Carolis
Molto apprezzato IL PIÙ GRANDE SOGNO film d’esordio del regista Michele Vannucci. Una storia vera quella di Mirko, 39enne appena uscito dal carcere che cerca un suo riscatto partendo proprio dal cambiare se stesso all’interno della comunità (diventa presidente del comitato di quartiere) e della Famiglia operando così una presa di responsabilità a tutto tondo. Proprio la Famiglia, concetto cardine del film dove ci troviamo divisi tra un Passato che puntualmente torna a bussare e un Futuro incombente che non si fa aspettare e che sembra correre sempre più veloce di Mirko; emblematici per i due ruoli sono da una parte il padre del protagonista, malvivente incallito che perseguita il figlio ricordandogli che “la brocca tua sempre la stessa è”, dall’altra il bambino in arrivo e la figlia già matura della coppia, che sembrano scandire il tempo con un percorso inverso: infatti se il nascituro si avvicina sempre di più al venire al mondo, la ragazza si allontana da una figura paterna che non accetta. Di grande importanza il tema sociale trattato: è proprio in un quartiere di tossicodipendenti che il protagonista cerca di operare per il suo riscatto individuale, passando attraverso burocrazie e meccanismi a lui finora sconosciuti e toccati anche con una chiave ironica, mai sgradevole. Molto interessanti metodi e scelte di regia che ci danno sempre più l’idea di un mondo grezzo dove bisogna ‘sporcarsi le mani’ se si vuole ottenere qualcosa, impressione dataci grazie anche ad un’insistente camera a spalla e ricorrenti mascherini che riescono a farci sentire come osservatori nascosti e quasi indesiderati.
Venezia 73
FRANTZ di FRANÇOIS OZON - Francia, Germania, 113’
Pierre Niney, Paula Beer, Marie Gruber, Ernst Stötzner, Cyrielle Claire
Elegante opera in costume in bianco e nero sui temi melodrammatici classici della colpa, del perdono e del ricordo. Nel 1919 la vita di Anna, ragazza tedesca, viene sconvolta dall’arrivo in paese di Adrien, ragazzo francese che dichiara di essere stato molto amico di Frantz, fidanzato della protagonista morto al fronte. L’integrazione all’interno della comunità risulta quantomeno difficoltosa, tanto in Germania per lui, quanto, nella seconda metà del film, in Francia per lei, e sullo sfondo di una storia d’amore che avrebbe potuto essere si delinea un clima generale di tensione ed insoddisfazione, terreno fertile allo sviluppo e all’esasperazione di potenti sentimenti nazionalistici da entrambe le parti, sempre denotate come in reciproca e totale contrapposizione, ma sorprendentemente vittime della stessa tipologia di sentimenti. La scelta dell’utilizzo del bianco e nero risulta particolarmente efficace sia per la rappresentazione stilistica di un’epoca, sia per dare ulteriore risalto ai pochi e significativi momenti in cui la narrazione torna a tingersi di colori brillanti, a connotare piani di realtà diversi ma contigui, contraddistinti ulteriormente tramite un sapiente uso della colonna sonora, caratterizzata dall’alternarsi di brani classici ed importanti silenzi.
Venezia 73
SPIRA MIRABILIS di Massimo D’Anolfi, Martina Parenti - Italia, Svizzera, 121’
(documentario)
Molto atteso in concorso a Venezia 73, il documentario della coppia D’Anolfi-Parenti (molto stimati nei festival di mezzo mondo) propone quattro percorsi paralleli sul tema della morte e della rigenerazione (spira mirabilis = spirale meravigliosa): l’acqua, elemento dominante nelle immagini della ricerca di uno scienziato su una medusa capace di invecchiare e poi invertire il suo ciclo vitale ritornando giovane; il fuoco, testimoniato dalla resilienza degli indiani Lakota nel tener duro nei confronti del disfacimento della loro cultura; la terra, espressa dal lavoro continuo di ricostruzione delle statue del Duomo di Milano; l’aria, nel lavoro di invenzione di nuovi strumenti da parte dei musicisti tedeschi Felix Rohner e Sabina Scharer. Ne esce una sinfonia di immagini e suoni con rumori che diventano elemento ritmico o talora addirittura armonico. Toccante la finalizzazione dello strumento musicale che diviene strumento di dialogo primordiale per la vita nella sua forma più fragile. Un’opera coraggiosa e bella, che non si offre alla facile visione. Per palati fini.
Orizzonti
RÉPARER LES VIVANTS di Katell Quillévéré - Francia, Belgio, 103'
Tahar Rahim, Emmanuelle Seigner, Anne Dorval, Bouli Lanners, Kool Shen
Un gruppo di amici, la passione per il surf, appuntamento prima dell’alba, mentre la città dorme ancora, scendono da un tetto o si calano da una finestra e poi via, chi in bici chi in skateboard verso il pulmino che li porterà in riva al mare a sfidare le onde. Un incipit che costruisce un quadro di libertà e di sogni, che verranno infranti al ritorno, un colpo di sonno alla guida, incidente stradale. Uno dei tre resta in coma. Il racconto prosegue seguendo le pene dei familiari e in parallelo le vicende di una donna malata di cuore… La morte e la donazione degli organi saranno opportunità di scambio: una vita per una vita. Quello che è discesa sul crinale della sofferenza per alcuni è itinerario di speranza per altri. Il racconto, promettente in principio, diviene presto lento e ripetitivo. Intensa Emmanuelle Seigner.
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