Orizzonti
DAWSON CITY: FROZEN TIME, di BILL MORRISON - Usa, 112’
(documentario)
Interessante documentario sul rinvenimento di numerose antiche ed uniche pellicole cinematografiche nel sottosuolo della città di Dawson, nello Yukon (Canada). L’esplorazione delle circostanze che hanno portato alla conservazione e al ritrovamento di questi veri e propri reperti ben presto si configura come un pretesto per la raffigurazione accurata e puntuale del quadro socio-politico e culturale dell’America della prima metà del ‘900. Pregevoli i fotogrammi rinvenuti integrati nella narrazione, insieme composito di estratti delle pellicole più disparate, che risultano comunque internamente coerenti e logicamente consecutivi grazie ad un magistrale lavoro di montaggio. Il livello di attenzione dello spettatore, nonostante il minutaggio elevato dell’opera e la modalità prettamente descrittiva tipica del genere documentaristico, viene mantenuto costante grazie ad un ritmo ben scandito da una colonna sonora fortemente evocativa, oltre che dall’intrigante concatenazione di eventi così rappresentata.
Orizzonti
MAUDITE POUTINE di Karl Lemieux - Canada, 91'
Jean-Simon Leduc, Martin Dubreuil
Una storia ai margini quella raccontata in MAUDITE POUTINE. Vincent, ragazzo ventisettenne, è costretto a causa di un furto di marijuana ad una gang locale a riavvicinarsi al fratello maggiore delinquente. Entrambi restano coinvolti in un vortice di violenza senza via d’uscita alimentato dalla forte aggressività autodistruttiva dei protagonisti, che porterà il maggiore dei due fratelli al suicidio-sacrificio e il minore alla totale perdita del controllo e al disfacimento della sua unica valvola di sfogo: la musica. La vicenda descrive la desolazione di un ambiente povero e vizioso in cui domina la noia e la ripetitività di una vita povera anche di stimoli positivi (a partire dalla musica anch’essa eccessivamente aggressiva), superficiali i personaggi femminili che si riducono a figure bidimensionali nella storia. Inquadrature sporche e volutamente confuse, scelta di regia di girare in bianco-e-nero con una prevalenza di camere a spalla su personaggi girati; il ritmo risulta lento. Uso insistente della musica. Finale solo apparentemente liberatorio.
Orizzonti – proiezione speciale
DARK NIGHT di Tim Sutton - Usa, 85'
Robert Jumper, Anna Rose Hopkins, Eddie Cacciol, Rosie Rodriguez, Karina Macias, Aaron Purvis
Luglio 2012. Alla prima cinematografica del film THE DARK KNIGHT RISES ad Aurora – Colorado un pazzo mascherato apre il fuoco sugli spettatori: un massacro. Ispirandosi a quell’evento, Tim Sutton segue le azioni di cinque potenziali assassini, esplorandone il disagio e le paranoie, fino a definire un quadro sociale generalmente minaccioso in cui l’aggressione potrebbe scatenarsi in ogni istante da chiunque. Una ragazza incapace di accettare il proprio corpo, un ex soldato reduce dall’Iraq, uno skater dai capelli arancione, un ragazzo con problemi a relazionarsi con gli altri e un giovane che gira armato per il quartiere; molti di loro saranno vittime, uno l’esecutore. Quale sia è indifferente perché il film si ferma sulla soglia della strage. Volutamente frammentario lo stile, pochissimi i dialoghi, l’opera inquieta e lascia interrogativi. Se ELEPHANT di Gus Van Sant (2003) aveva analizzato i presupposti della strage di Columbine moltiplicando i punti di vista, Sutton moltiplica i possibili esecutori: in una società fatta di solitudini e marginalità crescono gli impulsi distruttivi. Veramente bello.
Cinema nel Giardino
INSEPARABLES di Marcos Carnevale - Argentina, 108’
Oscar Martínez, Rodrigo de la Serna
Un ricco tetraplegico assume uno spiantato e apparentemente inaffidabile come assistente. Rifacimento argentino del film francese del 2011QUASI AMICI - INTOUCHABLES di Nakache e Toledano (incasso globale di oltre 280 milioni di dollari), non si discosta molto dalla trame del precedente ricalcandone anche la struttura narrativa: le scene si susseguono pressoché identiche fino ad un identico finale. Buone le interpretazioni dei due protagonisti, istrionico l’uno quanto sornione l’altro. Tutto viaggia sui binari del consolatorio e del politicamente corretto. Se qualcuno pensa che operazione possa sensibilizzare alla causa dei portatori di handicap, però, è fuori strada. Come già per la vicenda di BENTORNATI AL SUD, remake del francese GIU’ AL NORD, l’operazione è solo commerciale per replicare un successo.
Venezia – Classici Restaurati
ONDEKOZA di Tai Kato – Giappone, 1981, 107’
Documentario
Capolavoro del leggendario regista giapponese, il film racconta la storia del gruppo di giovani musicisti “Ondekoza” che a partire dagli anni 70 realizzarono spettacoli musicali suggestivi di grande fascino e abilità. All’inizio del film, il regista descrive la vita del numeroso gruppo anche fuori dalle scene, durante i vari allenamenti (particolarmente importanti), soffermandosi sull’attività sportiva e in particolare sulla corsa, le cui riprese di gruppo e dal basso nel mezzo della natura, comunicano entusiasmo e vitalità. Emerge un clima di gruppo ed uno stile di lavoro basato su rispetto reciproco e impegno costante; un ambiente positivo che porta ogni membro a dare il meglio di sé attraverso la volontà e la dura disciplina. Le particolari riprese dal basso, caratteristica dello stile del regista, e gli intensi primi piani, la magistrale e curatissima fotografia, il quadro impostato su schemi di rigorosa simmetria, si combinano perfettamente con la musica dai timbri tipici, solenni e ripetitivi, di una bellezza delicata e a tratti maestosa. Perfetto l’equilibrio tra l’energia che emana dal vigore dei corpi nudi e scultorei e la maestria dell’arte musicale e teatrale. Un inno alla natura e alla vita.