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Fuori dal Coro 2016
Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge diversi giovani operatori (tra i 18 e i 24 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 31 agosto al 10 settembre per documentare la 73.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica e come giuria riconosciuta per il premio collaterale LANTERNA MAGICA CGS.
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03/09/2016
Sabato 3
Fuori Concorso
THE YOUNG POPE (EPISODI I E II) di Paolo Sorrentino - Italia, Francia, Spagna, Usa, 112’
Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Shepherd, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, Tony Bertorelli, James Cromwell
Un cast stellare, fotografia di Luca Bigazzi, scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Presentati a Venezia fuori concorso il pilot e il secondo episodio della serie che sarà a Sky Atlantic da ottobre per 10 puntate su un immaginario primo pontefice statunitense. Da anni ormai cinema e serie tv dialogano e il linguaggio di queste ultime incide fortemente su quello della settima arte. Postmodernismo a parte, ci piace osservare THE YOUNG POPE proprio in quanto incipit di una serie, che definisce un mondo e dei personaggi perche si espandano potenzialmente all’infinito. Jude Law (un Pio XIII ieratico, talvolta sprezzante, comunque spiazzante) e Silvio Orlando (un Segretario di Stato abituato a fare e disfare nell’ombra) definiscono inizialmente i poli di un conflitto, come il genere richiede, per poi sviluppare una ulteriore complessità che li vedrà in questa prima fase già rovesciare entrambi i propri ruoli e trovarsi al cliffhunger (in gergo il finale sospeso) di nuovo su sponde opposte… ma le esche di conflitti e ribaltamenti pullulano nei primi 110 minuti. A tutto ciò il gusto visionario, talvolta onirico e perturbante di Sorrentino conferisce un cote’ autoriale. Nessuno si sogni di considerare la narrazione un quadro critico del mondo raffigurato, perché l’attenzione è volta a tenere viva e pulsante la narrazione televisiva. Parafrasando Humprey Bogart: “queste sono le serie, bellezza!”
Venezia 73
NOCTURNAL ANIMALS di Tom Ford - Usa, 116’
Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher, Laura Linney
Come già il primo film, A SINGLE MAN (2009), anche questa opera seconda dello stilista prestato al cinema Tom Ford ha origine letteraria (dal romanzo “Tony & Susan” di Austin Wright). Susan, mercante d’arte contemporanea, riceve una copia del libro “Nocturnal Animals” appena terminato dal suo ex marito Edward, da lei abbandonato quasi 20 anni prima. La lettura disturba e coinvolge la donna… I due piani narrativi, quello che segue il racconto delle pagine del libro e quello relativo alle vicende di Susan, sull’orlo di una grave crisi personale e di coppia, procedono in parallelo. Elegante ed intenso, il film di Ford sviluppa i due universi in contrasto: tanto irreale, quasi astratto, il mondo in cui si muove Susan, quanto “sporco” e politicamente scorretto quello descritto nel romanzo, che viene gradualmente letto dalla donna. Ma l’uno rivela l’altro e il collegamento ha i toni disturbanti indiziati dalle prime immagini: una lunga sequenza di arte performativa grottescamente inquietante. Opera sospesa tra amore e vendetta, racconto introspettivo e thriller dai toni noir. Il tema della morte è dietro l’angolo (o tra le righe).
Settimana della Critica [FILM DI APERTURA - FUORI CONCORSO]
PREVENGE di Alice Lowe - Regno Unito, 92’
Alice Lowe, Gemma Whelan, Kate Dickie, Jo Hartley, Kayvan Novak, Dan Renton Skinner, Tom Davis, Mike Wozniak, Eileen Davies, Tom Meeten, Leila Hoffman, Marc Bessant
Nel filone tematico sotteso alla Mostra dedicato alla vendetta (Tarde para la ira, Nocturnal Animals…), Prevenge, diretto ed interpretato da Alice Lowe, gioca sulla crasi tra i sostantivi “pregnancy” e “revenge” per evocare l’orrorifica, nera ironia di una “vendetta prenatale” ordita e realizzata dalla vocina argentea della bimba nel pancione, capace di manipolare la mamma gestante resa instabile dalla morte del compagno. Certo non è nuovo il plot della maternità vissuta in chiave allucinata e sanguinaria, ostentatamente “eversiva”: il parterre horror è sottolineato da insetti minacciosi, esplosioni di violenza, maschere stranianti, inserti visionari. Anche il personaggio della Lady vendicativa e ben sopra le righe sotto un’apparente velo di mantenimento del controllo, rievoca cose già viste. Tuttavia è apprezzabile in un esordio alla regia (ma non nella recitazione, data la già affermata popolarità della Lowe) il mantenimento di un registro coerente che può convincere.
KING OF THE BELGIANS di Peter Brosens, Jessica Woodworth – Belgio, Paesi Bassi, Bulgaria, 94'
Peter Van den Begin, Lucie Debay, Titus De Voogdt, Bruno Georis, Pieter van der Houwen, Goran Radakovi, Nina Nikolina, Valentin Ganev
In una contemporaneità ucronistica, Nicola III, un improbabile re del Belgio, parte per un viaggio diplomatico ad Istanbul con a seguito i fidati servitori e uno strampalato documentarista, Duncan Lloyd, voce narrante della vicenda. Il viaggio viene interrotto bruscamente quando giunge la notizia della dichiarazione di indipendenza della Vallonia, una delle due regioni del Belgio. Cause di forza maggiore impediscono ai protagonisti di prendere l'aereo per tornare in patria, perciò, su suggerimento di Lloyd, il gruppo intraprende quella che si rivelerà una vera e propria “Odissea”. Questo viaggio li porterà ad attraversare i Balcani e non solo, abbattendo barriere sociali e stereotipi. L'intera storia viene presentata, ironizzando sui capisaldi del tipico stile docufiction, attraverso l'obiettivo della telecamera di Lloyd, sempre pronta a cogliere ogni istante della vita di Nicola III, soprattutto quelli all’apparenza in maggior contrapposizione ai diktat reali. Il registro chiaramente comico non impedisce comunque alle varie (dis)avventure che si presentano di fare da sfondo all'evoluzione dei personaggi, con particolare focus sul sovrano. Interessante l’utilizzo di rivisitazioni, talvolta surreali, di tradizionali brani folkloristici tanto per descrivere quanto per evocare l’ambientazione e le atmosfere tipiche dei luoghi che la delegazione si trova a dover attraversare.
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