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Fuori dal coro 2005
62. Mostra Int.le d'Arte Cinematografica La Mostra torna snella: 60 film, le sezioni Digitale e Mezzanotte saranno "trasversali"
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03/09/2005
Il terzo giorno
Giornata intensa (oltre 675 minuti di proiezione per cinque film visionati) questo terzo giorno veneziano, tutto giocato all’interno dello spazio “PalaGalileo”. Si comincia alle 8:30 con la pellicola francese in concorso: “LES AMANTES REGULIERS” di Philippe Garrel. Tre ore in bianco e nero per una riflessione molto partecipata e accondiscendente sulla gioventù francese nel biennio 1968-’69. L’impressione è che si tratti di un film “vecchio” nella fattura, nello spirito e nella sostanza. Di grande spessore e rigore “DIE GROSSE STILLE”, imponente documentario (164’) sulla vita quotidiana dei monaci della Grande Chartreuse di Grenoble. Per niente didascalico, anzi, molto rispettoso, Philip Groning costruisce un percorso alla scoperta del bisogno e della risposta che offre il “silenzio” della vita monastica. Da rivedere se avrà – speriamo – una distribuzione italiana, “MUSIKANTEN” seconda opera cinematografica di Franco Battiato getta la platea in un’imbarazzante tempesta di risate e sberleffi. La sceneggiatura dello stesso Battiato in collaborazione del fido Manlio Sgalambro fa un po’ acqua da tutte le parti, i dialoghi sfiorano il ridicolo, il montaggio e la macchina da presa sono usati in maniera piuttosto semplice. Peccato, perché di carne al fuoco ce ne starebbe parecchia e il messaggio si sarebbe giovato di un veicolo un po’ più stabile. “ELIZABETHTOWN” centra il tabellone; accattivante, ben costruito, tagliato su misura addosso ai bravi Orlando Bloom e Kirsten Dunst e alla strepitosa Susan Sarandon (che si concede il lusso di una scena-madre lunghissima dalla quale esce degnamente). Ottima la colonna sonora e la sceneggiatura… un prodotto che sicuramente sfonderà al botteghino. Ultima pellicola della giornata il tonitruante nuovo giocattolone di Terry Gilliam “THE BROTHERS GRIMM”. Ironia e cinismo a piene mani per ri-scoprire la forza e la necessità delle delle fiabe. Messa in scena sopra le righe al limite del barocco, costumi, scenografie, caratteri e personaggi molto curati… Una pecca è quella di aver voluto mettere troppi ingredienti a discapito di un gusto ben definito.
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