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Fuori dal coro 2005
62. Mostra Int.le d'Arte Cinematografica La Mostra torna snella: 60 film, le sezioni Digitale e Mezzanotte saranno "trasversali"
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01/09/2005
Prime impressioni
Bentrovati a tutti, festivalieri nostalgici, cinefili indefessi, curiosi per natura! Riapre, in occasione della 62a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la quotidiana “finestra” con: FUORI DAL CORO; rubrica quotidiana (si spera), di curiosità, lazzi, frizzi, inutilerie e approfondimenti in diretta dai luoghi del Festival cinematografico più vecchio del mondo. Devo dire che il primo impatto di ieri non è stato dei più entusiasmanti; le famigerate forche caudine dei metal detector e i continui controlli delle borse ad ogni varco, sono effettivamente fastidiosi. Il pubblico della Mostra capisce e abbozza, dopo ventiquattr’ore, anche gli addetti alla sicurezza allentano un po’ la corda e sorridono comprensivi consci del disagio di ulteriori code e codazzi in un luogo che già di per sé ne abbonda. Un po’ inquietante il massiccio spiegamento di agenti in tenuta anti-sommossa e lo squadramento dei cani-poliziotto. Qualche ritardo nelle proiezioni fa temere le catastrofi dello scorso anno ma, finora si viaggia su ritmi sostenibili (vero è che il grosso del pubblico arriverà durante il prossimo week end). Effetto carnevale ieri, nelle ore precedenti la cerimonia d’apertura: già dalle 17:30 si poteva osservare una eccentrica fauna paludata in smoking e abiti da soirée (la cosa strana è che a sfilare di più erano gli ultrasessantenni lampadati e ridipinti con al fianco rugosi esemplari da wunderkammer di rara reperibilità. Tutto sommato tiepido il giudizio sui primi due film visionati in serata: il patinato The fine Art of Love-Mine Ha Ha di John Irving e l’esuberante Final Fantasy VII di Nomura Tetsuya. Della prima pellicola (ultima sceneggiatura di Alberto Lattuada, tratto dal discusso romanzo: “L’educazione fisica delle fanciulle” di Frank Wedekind), si apprezzano alcune sequenze ben riuscite, la messa in scena formale e la capacità di mantenere vigile e desta la suspance ed il senso di inquietudine; buona la prova di un cast tutto al femminile con un incongrua apparizione di Enrico Lo Verso. Attesissima la proiezione del lungometraggio ispirato ai personaggi dell’omonimo videogioco da playstation: “Final Fantasy VII”. Animazione di buon livello, scene d’azione al cardiopalma, quel giusto tocco di ironia che riporta ad altezze meno impraticabili una riflessione sul senso del perdono e dello scontro Bene-Male, che assume, qui, caratteri volutamente semi-religiosi ed esoterici. Per i fan del genere. La mattinata di oggi, invece, si è aperta all’insegna del rigore con la proiezione dell’ultima fatica dell’ultranovantenne (classe 1908) maestro portoghese Manoel De Oliveira: “Espelho Magico”. Una riflessione impietosa, a tratti ironica e commossa sul senso del sacro, il rapporto coniugale, la vita e la morte. Stupisce la platea, in effetti qualcuno si alza e se ne va, il khazko Rustam Khamdamov con il “film-concerto”: “Paralleli vocali” una curiosa metafora per trio di solisti che affianca ad immortali arie del melodramma, una riflessione sulle relazione fra Arte, Storia e Società sullo sfondo delle decadenti regioni orientali dell’ex Unione Sovietica. Incanta la platea e si guadagna la standing ovation la pellicola spagnola: “La vita segreta delle parole” di Isabel Coixet, riuscito racconto in tono riservato che, a partire dall’incontro fra due solitudini e due incomunicabilità, apre una inconsueta finestra sugli orrori della dimenticata guerra balcanica. Bella prova per il duetto Tim Robbins-Sarah Polley. A domani, per il prossimo aggiornamento.
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