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Fuori dal coro 2005
62. Mostra Int.le d'Arte Cinematografica La Mostra torna snella: 60 film, le sezioni Digitale e Mezzanotte saranno "trasversali"
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02/09/2005
Il secondo giorno
Il secondo giorno di Mostra è sicuramente più impegnativo e appagante (almeno dal punto di vista del numero di film visionati). Parto, per dovere di cronaca dall’ultima proiezione della sera precedente: “TOU WENZI D” del duo Andrew Lau e Alan Mak. Da una fortunata serie di fumetti, un a picevolissima commedia di formazione a tutta velocità sullo sfondo delle corse clandestine. Personaggi ben tratteggiati, guizzi umoristici ben dosati, montaggio adrenalinico… Il pubblico, e il sottoscritto, lo hanno accolto favorevolmente! “TAKESHI’S” spunta dal carnet della mostra come “Film a sorpresa” alla proiezione mattutina del 2 settembre. Takeshi Kitano torna a Venezia con una surreale ed istrionica pellicola in cui si diverte a distruggere il suo mito – e naturalmente a rimarcarlo -. Un bel divertissement ben fatto ma avremmo preferito qualche contenuto in più… “ALL THE INVISIBLE CHILDREN”, progetto a più mani nato per finanziare un fondo dell’UNICEF e dal programma WFP (World Food Programme) incanta e commuove il pubblico della laguna. Sette episodi raccontano le difficoltà di altrettanti bambini ai margini della storia del mondo. Bravo Medhi Charef, un po’ meno Emir Kusturica, solido e ottimista Spike Lee, molto ispirata Katia Lund, onirici Jordan e Ridley Scott, scivolone per Stefano Veneruso e gran finale patinato per John Woo. L’atteso “CASANOVA” di Lasse Hallstrom strappa gli applausi e le risate a scena aperta. Un giocattolone che mischia “mito” e avventura sullo sfondo (di cartapesta) di una Venezia un po’ troppo fantasiosa (ma del resto la verità storica non è proprio il pezzo forte di questo film). “SYMPATHY FOR LADY VENGEANCE” del coreano Pak Chan-wook, conclude degnamente la sua personale trilogia-riflessione sul tema della vendetta. Questa volta, oltre ad una cornice tutta al femminile, si sottolinea uno stile più “baroccheggiante”; nel montaggio che fa largo uso di effetti digitali (tendine e split screen), nella non linerarita del racconto, nell’utilizzo di un commento sonoro volutamente retrò. Da non perdere!!! La serata si è conclusa “degnamente” con l’esplosivo “FOUR BROTHERS” di John Singleton, un meccanismo tipicamente western applicato ad una storia contemporanea; un po’ scontata la messa in scena e la sceneggiatura ma, nell’insieme godibile. A domani.
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