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Fuori dal Coro 2015
Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge molti giovani operatori (tra i 18 e i 23 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 2 al 12 settembre per documentare la 72.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
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12/09/2015
Undicesimo giorno
Giornate degli Autori
THE DAUGHTER di Simon Stone - Australia,
Con Geoffrey Rush, Miranda Otto, Sam Neill, Paul Schneider
Adattamento cinematografico del romanzo di Ibsen "The wild duck", la storia inizia con il ritorno a casa di Christian dopo molti anni di lontananza dalla terra natia, per partecipare al matrimonio del padre. Il protagonista ritroverà una città in profonda crisi economica e vecchie conoscenze, come Oliver, il migliore amico di infanzia. Sarà l'occasione per affrontare fantasmi del passato legati al suicidio della madre avvenuto alcuni anni prima. L'intera pellicola è basata sui legami affettivi che intercorrono tra i principali protagonisti. Ottima la prova dell'intero cast, un plauso a Odessa Young, giovane promessa del cinema australiano, nei panni della figlia di Oliver, alla quale il regista regala numerosi primi piani accompagnati dai soli suoni della foresta. Un film potente, carico di tensione emotiva, che metterà lo spettatore di fronte a diversi interrogativi di carattere filosofico legati alle scelte dei personaggi. Lo sceneggiatore australiano Simon Stone esordisce da regista e lo fa con grande classe, una prova convincente sotto tutti i punti di vista che riesce nel suo intento principale,ovvero quello di emozionare senza facili espedienti.
Giornate degli Autori
I SOGNI DEL LAGO SALATO di ANDREA SEGRE - Italia, 70’
Singolare opera filmata, progetto speciale a latere della rassegna “Giornate degli autori”, ma già presentata all’utimo festival di Locarno. Segre, già presente a Venezia con opere di finzione come “Io sono Li” (2011) e “La prima neve” (2013), ma apprezzato documentarista (“Mare chiuso” – 2012, “Indebito” – 2013, “Come il peso dell’acqua” – 2014), mettendo in gioco i suoi archivi familiari e pescando tra materiali degli archivi ENI, tenta un insolito quanto efficace parallelo tra il boom economico italiano degli anni ’60 e l’attuale sviluppo del Kazakistan. Stesso tasso di crescita del 6% annuo e analogo entusiasmo basato sull’estrazione del petrolio e del metano in cui l’ENI ha un ruolo chiave, per una riflessione sulla corsa acritica verso un progresso di cui oggi scorgiamo tutte le incertezze e ambiguità: sia sotto il profilo economico che dal punto di vista dell’ambiente. Le immagini si soffermano su brumose steppe euroasiatiche, sulla distesa ventosa del mar Caspio e sulle rive del Lago Salato, ma anche sui volti incerti di contadini e pastori sulle soglie di una modernità sconvolgente.
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