Orizzonti
TAJ MAHAL di Nicolas Saada - Francia, Belgio, 89'
Con Stacy Martin, Louis-Do de Lencquesaing, Gina McKee, Alba Rohrwacher
India, il Taj Mahal è un albergo lussuoso dove Louise insieme alla sua famiglia si trasferisce per il lavoro del padre. Una sera, rimasta in stanza da sola, avverte improvvise deflagrazioni: alcuni terroristi stanno prendendo possesso dell’albergo. Inizia per lei un vero e proprio incubo… Ispirato agli eventi del novembre 2008, il film non riesce a sviluppare una tensione crescente. Forse eccessivamente dilatata la prima parte in cui viene sviluppato il personaggio della protagonista a scapito del precipitare degli eventi nella seconda parte. L’epilogo, con l’impossibile ritorno alla vita di prima, anche se tematicamente interessante, nel plot risulta poco convincente.
Orizzonti
VISAARANAI (INTERROGATION) di Vetri Maaran - India, 106'
Con Dinesh Ravi, Samuthira Kani, Murugadas Periyasamy
Illuminante testimonianza e denuncia della gestione delle indagini in India, basata sul libro autobiografico (“Lock Up”) scritto da uno dei quattro protagonisti della vicenda (Chandhra Kumar), oggi attivista per i diritti umani. Un gruppo di immigrati viene trattenuto dalla Polizia locale e costretto con ogni mezzo ad ammettere la colpevolezza di un reato in cui nessuno dei componenti è implicato, per poter chiudere in fretta un caso di furto. Inaspettatamente, un poliziotto loro connazionale interviene in favore dei protagonisti in tribunale, liberandoli da tutte le accuse, ma in cambio chiede un favore dalle inaspettate e tragiche conseguenze. La tecnica di ripresa, l’uso sapiente del bianco e nero e l’essenzialità della colonna sonora contribuiscono a portare in scena un’opera credibile che appare completamente sincera in ogni sua parte, rifuggendo facili e stereotipati manicheismi sul tema buoni/cattivi, giusto/sbagliato; al contrario mostra chiaramente, come una battuta iniziale magistralmente anticipa, che nella maggior parte dei casi non importa chi effettivamente abbia torto o ragione, ma chi di volta in volta detiene più potere, perché sarà lui ad organizzare la scacchiera dei valori come meglio ritiene. Che la partita abbia inizio.
Settimana della Critica
TANNA di Martin Butler, Bentley Dean - Australia, Vanuatu, 104'
Con Mungau Dain, Marie Wawa, Marceline Rofit, Chief Charlie Kahla, Albi Nangia, Lingai Kowia, Dadwa Mungau, Linette Yowayin, Kapan Cook, Chief Mikum Tainakou
Piccola isola dell’arcipelago di Vanuatu, TANNA approda al Lido con cinque dei suoi abitanti, protagonisti del film omonimo. Una storia d’amore, quella fra Wawa e Dain, che mette a dura prova le regole di una società tribale in cui gli aborigeni Yakel lottano per la conservazione delle loro tradizioni. A causa di una guerra fra tribù rivali Wawa viene, a sua insaputa, promessa in sposa ad un altro uomo in cambio di un accordo di pace ma i due innamorati non si arrendono trovandosi così, loro malgrado, a dover scegliere fra il futuro della loro tribù e il loro amore. Un po’ film un po’ documentario, basato su una storia vera e ambientato in una natura selvaggia dai paesaggi incontaminati, sullo sfondo di un vulcano attivo che offre rifugio ai due innamorati.
Fuori concorso
LA CALLE DE LA AMARGURA di Arturo Ripstein - Messico, Spagna, 99'
Con Patricia Reyes Spíndola, Nora Velázquez, Sylvia Pasquel, Arcelia Ramírez, Alejandro Suárez, Alberto Estrella
Il film si basa su un fatto di cronaca realmente accaduto, quello del ritrovamento dei cadaveri di due lottatori di wrestling nani in un albergo di città del Messico. Ripstein affronta l'episodio mostrandoci un affresco di personaggi sconfitti dalla vita come anziane prostitute, nani e transessuali, le cui storie sembrano uscire direttamente da canzoni di De Andrè, individui condannati già dalla nascita a un futuro senza speranze, sognando una vita normale alla quale non potranno mai accedere. Il regista ricorre a un glaciale e neorealistico bianco e nero (ottima la fotografia), non lesinando sui primi piani dei cadenti corpi delle due prostitute. Le musiche sono totalmente assenti e sostituite dai suoni del barrio di città del Messico. L'opera, pur non brillando per originalità, rimane interessante e sarà sicuramente apprezzata dagli amanti del genere.
Giornate degli autori
LA PRIMA LUCE di Vincenzo Marra - Italia, Cile, 108’
Con Riccardo Scamarcio, Daniela Ramirez, Luis Gnecco, Alejandro Goic
Vincenzo Marra (“tornando a casa” – 2001; “vento di terra” – 2004; “il gemello” – 2012) torna, se non sbagliamo, per la sesta volta al Lido e lo fa con un’opera convincente su un tema di grande attualità: quello dei rapimenti dei figli da parte di un coniuge. La storia d’amore di Marco (avvocato barese) e Martina (pubblicitaria sudamericana trasferitasi in Puglia) è al capolinea; lei desidera tornarsene a casa ma i due hanno un figlio di 7 anni ed entrambi ne vorrebbero l’affido. Una mattina, mentre Marco è a Milano per lavoro, Martina prende il piccolo e torna nella sua terra facendo perdere ogni traccia di sè… Molte le storie della vita che hanno convinto Marra a realizzare questo film, accolto positivamente alla Mostra del Cinema soprattutto per la conduzione asciutta ed equilibrata. Pur sviluppando una narrazione lineare, senza indulgere in particolari raffinatezze stilistiche, il film, ben recitato, riesce ad essere incisivo soprattutto nel tracciare il profilo di un padre affettuoso spaesato e attonito di fronte alle conseguenze di una legislazione inadeguata. Un plauso al piccolo Gianni Pezzolla (e a chi lo ha diretto).