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Fuori dal Coro 2015
Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge molti giovani operatori (tra i 18 e i 23 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 2 al 12 settembre per documentare la 72.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
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04/09/2015
Terzo giorno di Mostra
Aria di tempesta e nubi minacciose si addensano sul Lido al terzo giorno di Mostra, mentre tutto il pubblico dei festivalieri e dei curiosi si accinge al rito collettivo del red carpet delle ore 19.30, quest'oggi particolarmente goloso data la presenza di Johnny Depp. Intanto, alla vigilia del primo week end di questa 72a edizione l'atmosfera generale sembra alleggerirsi della tensione delle prime giornate e, nei pochi momenti liberi, lo spazio Garden del Casinò si popola di "sopravvissuti" sbracati sui vari pufff strategicamente posizionati all'ombra degli alberi per la gioia delle vere signore della Mostra: le zanzare! Per fortuna che l'afa umida della laguna è compensata dal condizionamento interno delle Sale che, in certi orari, raggiunge picchi artici costringendo gli intervenuti ad attrezzarsi con strati di cotone ed altre fibre da togliere/rimettere alla bisogna. Ma vediamo insieme l'offerta cinematografica del giorno.
Venezia 75 MARGUERITE di Xavier Giannoli - Francia, Repubblica Ceca, Belgio, 127' Catherine Frot, André Marcon, Michel Fau, Christa Théret, Denis Mpunga, Sylvain Dieuaide. Molto liberamente ispirato alla storia reale della stravagante americana Florence Foster Jenkins che negli anni '30 stupiva i salotti mondani d'oltreoceano esibendosi, lei inconsapevolmente stonatissima, in virtuose arie d'opera (nel 2016 vederemo Maryl Streep nei suoi panni), il film di Xavier Giannoli porta in scena una baronessa francese ossessionata dal belcanto incapace di solo intuire i suoi fortissimi limiti vocali. Dapprima bonariamente sopportata dall'aristocrazia cui appartiene mercé le sue cospicue donazioni, finisce per diventare lo zimbello di tutti nel momento in cui decide di mettere in scena un vero e proprio recital pubblico. Dove inizia la menzogna, dove comincia la pietà? Fino a che punto può l'amore nascondere la verità? Il delicato dramma di Giannoli in cui dapprima si ride beffardi, poi con crudeltà, infine commossi, si apprezza per l'eleganza formale della messa in scena, per la ricercatezza delle suggestioni sonore (non tutte liriche e non tutte d'epoca) e per l'intensa interpretazione di Catherine Frot. Un bel prodotto da Mostra che indaga il mistero di un personaggio e il bisogno di illusioni.
Fuori Concorso BLACK MASS di Scott Cooper - Usa, 122' Con: Johnny Depp, Joel Edgerton, Benedict Cumberbatch, Rory Cochrane, Jesse Plemons, Dakota Johnson, Peter Sarsgaard, Kevin Bacon. Boston, anni '60, un agente dell'FBI stringe un accordo con un famigerato gangster di quartiere per ottenere informazioni atte a sgominare la mafia italiana in cambio di protezione. Così, però, dà modo al criminale di espandere esponenzialmente la sua attività. La storia vera di James "Whitey" Bulger e della sua banda sanguinaria in un contesto di connivenze fra politica, giustizia e malaffare in questa pellicola dura che porta la firma di Scott Cooper (classe 1970: "Crazy Heart" – 2009; "Il fuoco della vendetta" – 2013). Il racconto procede linearmente secondo un filone molto classico nel quale il linguaggio cinematografico ibrida il tradizionale campo-controcampo con figure di montaggio più consone al filone postmoderno. Il bravo Johnny Depp regala al pubblico una nuova trasformazione fisica risultando più che efficace nel restituire i contorni di un personaggio psicopatico, crudele e amorale. Qualche perplessità sul tratteggio delle figure degli uomini di legge che appaiono più macchiette che personaggi reali. Nel complesso un buon gangster-movie.
Orizzonti THARLO di Pema Tseden – Cina, 123' Con: Shide Nyima, Yangshik Tso. Un pastore tibetano, obbligato a farsi la carta d'identità, scende in città e incontra una giovane ragazza. Ne subisce il fascino e dopo una pausa fra le montagne ritorna da lei per scappare insieme verso un vagheggiato sogno d'amore. Il giovane regista e scrittore tibetano Pema Tseden (classe 1969, un buon curriculum a livello di premiazioni internazionali), porta al Lido un'opera coraggiosa e originalissima caratterizzata da un fascinoso bianco e nero, dalla quasi totale assenza di commento musicale extradiegetico a favore di un ridondante paesaggio sonoro fatto di rumori off, dalla unicità di lunghissime inquadrature fisse in tempo reale e dal taglio molto orizzontale; senza contare la recitazione minimale e la quasi assenza di dialoghi. Ciò che ad un primo impatto poteva sembrare un'opera ostica al limite della sopportazione (il minutaggio supera le due ore), man mano che si dipana sullo schermo diventa un racconto denso di significati e ricco di suggestioni visive tutte giocate nei dettagli, spesso a margine dell'inquadratura. In primo piano i temi della perdita di identità, della lacerazione fra tradizione e modernità, dell'evoluzione sociale in un Paese ancorato al passato. Impegnativo ma fascinoso.
Fuori Concorso WINTER OF FIRE di EVGENY AFINEEVSKY - Ucraina, 85' Il racconto degli eventi che hanno caratterizzato i 93 giorni di contestazioni a Piazza Maiden a Kiev durante la prima fase della crisi Ucraina. Regista cinematografico e televisivo, produttore e documentarista, Evgeny Afineevsky porta sul grande schermo il dramma della gente comune che in quei giorni lottò per i diritti civili affrontando la repressione omicida delle forze dell'ordine in mano al contestatissimo presidente Janukovyc. Con il contributo di oltre 28 cineoperatori e una mole incredibile di girato originale, il film è frutto di un lavoro intenso di montaggio che mette insieme immagini raccolte sul campo e interviste originali. Se il lavor, nel suo complesso, risulta benn fatto, non si può sottacere la mano pesante sul commento sonoro che enfatizza in maniera retorica la drammaticità delle semplici immagini.
Orizzonti MOUNTAIN di Yaelle Kayam - Israele, Danimarca, 83' Con: Shani Klein, Avshalom Pollak, Haitham Ibrahem Omari Il cimitero sul "Monte degli ulivi" fa da sfondo alla vicenda di una donna ebrea che vive nelle vicinanze col marito e i quattro figli. Una sera, uscita per una passeggiata, la donna vede qualcosa che la turba risvegliando in lei passioni sopite e frustrazioni che sfoceranno nel voyerismo ossessivo. L'opera prima della regista israeliana Yaelle Kayam, è caratterizzata da uno stile narativo semplice e lineare, sospeso fra naturalismo (nella scelta di privilegiare elementi sonori propri del racconto) e suggestioni allusive (gli ambienti, fortementi contrastati restituiscono i tormenti interiori della protagonista).
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