|
Fuori dal Coro 2015
Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge molti giovani operatori (tra i 18 e i 23 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 2 al 12 settembre per documentare la 72.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
|
|
11/09/2015
Decimo giorno
Venezia 72
ATOM EGOYAN - REMEMBER Canada, Germania, 95'
Christopher Plummer, Martin Landau, Dean Norris, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow, Heinz Lieven
Zev (Plummer) è un novantenne affetto da demenza senile. Vive in una casa di riposo e spesso dimentica eventi importanti, come, ad esempio, la morte della moglie. Max, un compagno di degenza in passato collaboratore di Wiesenthal, gli assegna un compito: ritrovare l’ufficiale nazista, ora in America sotto falso nome, che ha sterminato la sua famiglia ad Auschwitz: solo lui, infatti, può riconoscerlo e giustiziarlo. Zev, il cui nome significa “lupo”, fugge così dal ricovero e dà inizio alla caccia. Le frequenti assenze di memoria del protagonista fin troppo facilmente si associano al tema centrale della narrazione, la perdita della Memoria della Storia e delle storie. Il racconto procede in modo lineare ed incalzante, ponendo le questioni della giustizia, della responsabilità e della redenzione, possibile solo per alcuni. Il finale suggerisce che, vestendo i panni della vittima, il carnefice giudicherà sé stesso in modo implacabile. Un cast eccezionale ben diretto dal regista canadese di origini egiziane de “Il dolce domani” (1997), “Il viaggio di Felicia” (1999) e “Ararat” (2002). Applausi al Lido per un cinema classico capace di toccare le emozioni dello spettatore.
Venezia 72
PER AMOR VOSTRO di Giuseppe M. Gaudino - Italia, Francia, 110'
Con Valeria Golino, Massimiliano Gallo, Adriano Giannini
Anna vive a Napoli. Ha due figlie adolescenti e un figlio sordomuto, così in casa si parla il “linguaggio dei segni”. Ha trovato un lavoro come “gobbista” in TV per una soap italiana, ma deve fare i conti con mille sensi di colpa, con un marito prepotente e con il proprio passato che l’ha trasformata togliendole “il coraggio di vedere”. Il racconto procede ispirato ad una canzone che accompagna le prime scene e che introduce lo spettatore in un mondo in bianco e nero, con alcuni inserti colorati di stampo simbolico. Il registro alterna i toni realistici della storia a momenti onirici dal taglio grottesco e visionario: veri e propri incubi che definiscono la condizione interiore di Anna. Un inferno interiore in cui la protagonista rischia di perdersi, senza un ritorno verso la causa del suo male. Un film sul recupero del proprio sguardo, visto come unico percorso di riscatto morale e sociale.
Venezia 72
BEHEMOTH di Zhao Liang - Cina, Francia, 95'
Terra sterile, fuoco, fumo, scavatrici e polvere. Queste sono le montagne e le valli del Sichuan corrose da un’antica bestia: l’uomo (il Behemoth del titolo). Il percorso intrapreso è quello dantesco: “Nel Mezzo del Cammin di Nostra Vita”, così comincia il docu-film, tuttavia la poesia si trasforma e il gusto si fa più orientale, la simbologia aumenta, le immagini si arricchiscono e i tempi si dilatano all’inverosimile. Le immagini, come già detto, risultano lente, accompagnate dai rumori tipici della miniera e da canzoni tradizionali dal suono “animalesco” gutturale e molto profondo. La discesa negli Inferi inizia e i colori la seguono: rosso e nero per la fonderia e i volti degli uomini, si riemerge nel grigio e nel bianco sporco delle abitazioni e delle vite di tutti i giorni, per ascendere all’azzurro e verde dei grattacieli vuoti nelle città abbandonate. Virgilio non è più guida, bensì messaggero spesso funesto. Nella condanna, che è totale, si scorge un incerto riscatto. Cosa ne sarà del Behemoth che tutto distrugge?
Giornate degli autori
UNDERGROUND FRAGRANCE di Song Pengfei - Francia, Cina,
Con Ying Ze, Luo Wenjie, Zhao Fuyu, Li Xiaohul, Lin Xiaochu
Due ragazzi cinesi, lui temporaneamente cieco per un incidente sul lavoro, lei ballerina di pole-dance nei locali notturni, condividono un pezzetto di vita sostenendosi e appoggiandosi l’uno all’altra con l’obbiettivo di creare un “posto” solo loro in un mondo frenetico dove non c’è spazio per povertà e miseria. Non appena però Yong Le torna a vedere, Xiao Yun decide di sparire dalla sua vita; così cominciano le ricerche vane del ragazzo. Unico indizio: il residuo di un profumo. Alle vicende dei due si intrecciano quelle di Lao Jin che cerca di raggiungere un accordo con le autorità che vogliono demolirgli la casa. Ecco che l’intreccio di queste tre storie arriva al culmine su uno sfondo, sempre più protagonista, di una Pechino senza colore e allo stesso tempo dai mille volti. Un piccolo scorcio di vita, quello che ci propone il regista che però non stupisce data la trama abbastanza scontata (basti anche solo pensare alla scelta del finale aperto) e una tecnica non troppo brillante; si rischia di ottenere un’ennesima storia di “vinti”.
Orizzonti
FREE IN DEED di Jake Mahaffy - Usa, Nuova Zelanda, 98'
David Harewood, Edwina Findley
Melva, madre single di un figlio autistico e di una bimba più piccola, abbandonata dalle istituzioni (la scuola espelle il ragazzo dopo averlo legato per impedirgli di nuocere l’assistenza medica si limita a prescrivere calmanti e sedativi…), accetta che il pastore pentacostale Abe tenti di allontanare i demoni e compiere un miracolo. Le preghiere non bastano, così come è insufficiente un sistema sociale che non riserva alcuna attenzione a chi non può pagarsele. Molto insistite le scene di esorcismo e i riti nella chiesa, quasi a voler inserire nella fiction un documentario, il film denota un ritmo dilatato e sospensioni riflessive soprattutto soffermandosi sui primi piani dei personaggi. Il climax in chiusura offre mille interrogativi, a cominciare dal titolo che allude ad una libertà raggiunta in fine o ad una libertà dal dover essere (del pastore?) oppure, con un gioco di assonanze, una libertà nella morte.
Orizzonti
A COPY OF MY MIND di Joko Anwar - Indonesia, Corea del Sud, 116'
Tara Basro, Chicco Jerikho
Sari è una ragazza che ama molto il cinema, ma può permettersi di comprare solo dvd piratati con una sottotitolatura e una traduzione approssimative e spesso errate. Quando decide di lamentarsi con il responsabile del negozio, questi le presenta Alek, l’addetto ai sottotitoli. Tra i due nasce un amore forte e passionale; ma la coppia si trova tra le mani un dvd compromettente per il candidato alle presidenziali… La narrazione procede lenta, in particolare la prima parte risulta ridondante e poco in linea con l’intrigo, che si riduce all’ultima mezz’ora. Il tema politico è poco approfondito e la maggior parte dei personaggi sembra poco funzionale rispetto allo scioglimento della trama.
GO WITH ME di Daniel Alfredson - Usa, Canada, Svezia, 90'
Anthony Hopkins, Julia Stiles, Ray Liotta, Alexander Ludwig, Hal Holbrook, Steve Bacic, Lochlyn Munro
Tornata a vivere nella sua cittadina natale in seguito alla morte della madre, Lillian incorre nelle avances indesiderate e violente di un malavitoso locale, talmente spietato da dettar legge, di fatto, su tutta la comunità, sceriffo compreso. Gli unici che si offrono di aiutare la ragazza a trovare l’uomo per farlo desistere dalle molestie sono un anziano boscaiolo del luogo (Anthony Hopkins) e il suo giovane aiutante balbuziente, spinti però, all’insaputa di lei, dai loro personali tornaconti. Nonostante le premesse interessanti e una fotografia rarefatta, evocativa ed intrigante, il film si sviluppa ad un ritmo troppo dilatato nella prima parte, sfocia in un’accelerazione quasi convulsa nella seconda, e porta ad un finale precoce, tutto sommato deludente. Lo sguardo con il quale il regista esamina la tematica, ormai classica, della sostituzione di un nuovo “mostro” a quello precedente non è abbastanza approfondito da risultare innovativo, e la prova recitativa di Anthony Hopkins, per quanto inappuntabile, non basta a distinguere in maniera decisiva quest’opera.
________________________________
Segnala
ad un amico
|