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Fuori dal Coro 2015

Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge molti giovani operatori (tra i 18 e i 23 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 2 al 12 settembre per documentare la 72.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

 

03/09/2015 Secondo giorno di Mostra

Al secondo giorno di Mostra il ritmo consueto delle visioni comincia a prendere campo, così come, al continuo arrrivo degli accreditati, si cominciano ad intravedere le prime code davanti alle Sale.
Ancora quasi deserte, tuttavia, le proiezioni delle prime ore del mattino.
Purtroppo il clima non aiuta a "smaltire" la stanchezza accumulata durante le visioni ed il lavoro laboratoriale notturno: umidità e fameliche zanzare attanagliano i festivalieri fiaccando umori e fisici.
Dal punto di vista delle visioni, la giornata è stata mediamente poco soddisfacente.

Venezia 72
LOOKING FOR GRACE di Sue Brooks Australia 97'
Con: Richard Roxburgh, Radha Mitchell, Odessa Young, Terry Norris, Harry Richardson
Una ragazzina australiana scappa da casa con un'amica per andare ad un concerto, ma la sua fuga prende una piega insolita. Regista e produttrice australiana di successo, Sue Brooks costruisce un racconto volutamente frammentato dove i vari punti di vista dei personaggi si scoprono via via grazie a piccole sottonarrazioni autonome. Nel titolo del film è nascosto il gioco sotteso alla narrazione: personaggi in cerca di Grazia, di un senso dell'esistere, dell'amore (anche quando questo arriva sotto forma di sottrazione). La fotografia restituisce i colori e gli spazi dilatati della "cintura del grano" australiana, sorta di "non luogo" (più spirituale che fisico) nella cui rarefazione si muovono quasi sospesi i personaggi. Forse proprio l'eccessiva rarefazione risulta l'elemento più problematico.

Fuori Concorso
SPOTLIGHT di Thomas McCarthy Usa, 123'
Con: Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Stanley Tucci, Liev Schreiber, Brian d’Arcy James
La vera storia dell'indagine compiuta dai reporter investigativi del "Boston Globe" (premiata col Pulitzer), che ha fatto emergere lo scandalo dei preti pedofili coperti dall'arcidiocesi di Boston. Attore, prima che apprezzato regista ("The station agent" – 2003; "L'ospite inatteso" - 2004; "Mosse vincenti" – 2011; "The Cobbler" – 2014), Thomas McCarthy costruisce un film classico che omaggia il giornalismo d'inchiesta di alto profilo. Un cast fantastico (Michael Keaton, Mark Ruffalo, Liev Schreiber e Stanley Tucci) per un film che ha il pregio di intrattenere il pubblico grazie al ritmo serrato, alla sceneggiatura solida, ad un montaggio classico e lineare, ad una regia attenta al ritmo del racconto e al dosaggio dei colpi di scena. Tuttavia il pur bel lavoro di McCarthy non è esente da una certa univocità nella presentazione dei fatti.

Orizzonti
ITALIAN GANGSTER di Renato De Maria; Italia, 87'
Con: Andrea Di Casa, Paolo Mazzatelli, Luca Micheletti, Aldo Ottobrino, Sergio Romano, Francesco Sferrazza Papa
Renato de Maria, torna a Venezia dopo "La vita oscena" con un prodotto ibrido (e molto più convincente del precedente lavoro) dove narrazione di impianto teatrale, citazioni da fonti cinematografiche nazionali e servizi televisivi d'epoca convivono e prendono vita emergendo dal racconto in camera look di cinque personaggi che restituiscono l'esperienza umana di altrettanti malviventi della storia italiana dal dopoguerra ai primi anni '60. Molto interessante l'omaggio manifesto al cinema italiano di genere così come il lavoro di ricostruzione sul testo desunto dai documenti originali (diari) scritti dai banditi in carcere. Il ritmo del racconto subisce continuamente accelerazioni e decelerazioni passando dalle sequenze recitate a quelle documentali in un flusso continuo che ha il pregio di informare ed intrattenere al tempo stesso. Prodotto interessante per un recupero in chiave didattico/evocativa della storia del nostro Paese.

Orizzonti
BOI NEON (Neon bull) di Gabriel Mascaro - Brasile, Uruguay, Paesi Bassi, 101'
Con: Juliano Cazarré, Maeve Jinkings, Aline Santana, Carlos Pessoa, Vinicíus de Oliveira
Una strana "famiglia" di allevatori di mucche del Pernanbuco presta i propi animali per i rodei tradizionali. Nel gruppo, ognuno ha un desiderio e un sogno da realizzarre... Nell'intento del regista c'era, forse, l'idea di presentare un'opera simbolica che tentasse di rileggere in chiave politica e sociale le profonde trasformazioni che interessano il Nord Est agricolo del Brasile. Tanti i temi e le suggestioni che pervadono lo schermo: la ricerca della figura paterna, la contrapposizione fra paternità e maternità, fisicità prorompente e aridità dei sentimenti, così come altrettanto forti le tante suggesitoni visive. Il ritmo del racconto, volutamente dilatato e straniante, amplifica la scelta di inquadrature insistite in tempo reale, brevi piano sequenza e panoramiche orizzontali lentissime. Tuttavia non si può non sottolineare come, così tanta carne al fuoco (letteralmente), non giovi alla leggerezza del racconto. Pochi applausi e qualche aperta contestazione in Sala alla presenza del regista e del cast.

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