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Fuori dal Coro 2011
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 31 agosto fino a sabato 10 settembre, giorno delle premiazioni. Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2011.
Queste pagine sono fruibili anche dal Sito ufficiale del CGS Nazionale, all'indirizzo: www.cgsweb.it
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08/09/2011
Assassini, alieni e insetti
Penultimo giorno di Mostra. L’aria è tornata afosa e il sole si nasconde dietro una coltre di umidità biancastra che pugnala gli occhi abituati alla semioscurità delle sale. Diradato il grande pubblico dell’ultimo week end, la popolazione del Festival è ora “ridotta” ai soli accreditati e a pochi impavidi che sfidano un viaggio fino al Lido per poi piegarsi alle attese in biglietteria. Anche le famigerate code agli ingressi sono leggermente, ma inequivocabilmente diradate e la consuetudine della lunga pratica, per molti, si traduce in un accesso precipitoso e all’ultimo momento (soprattutto alle prime proiezioni della mattina e a quelle a cavallo delle “pause pranzo-cena”. Si respira aria di smantellamento e già da oggi la spiaggia dell’Excelsior (sarà il tempo), mostra i segnali malinconici della chiusura imminente. In Sala, perso completamente l’aplomb dei primi giorni; ormai gli accreditati si trascinano in un rito bulimico, i più non nascondendo il piacere della scadenza di sabato e, alle proiezioni più criticate, si abbandonano a lazzi e sberleffi. Curiosando fra i quattro stands del Movie Village, tra foglie secche e piante reclinate dal vento, appare in tutta la sua realtà la disperata condizione economica nella quale versa questa grossa macchina mangiasoldi che resiste aggrappata ai fasti leggendari del bel tempo che fu e che gioca la carta di una rinfrescata alla facciata per non sfigurare almeno nei campi totali delle riprese televisive (ma appena fuori dall’inquadratura i presenti colgono benissimo l’inganno perpetrato ai danni di chi vive la Mostra attraverso i soli media). Tempo di ristrettezze per tutti, si dirà, eppure l’andamento era già evidente da alcuni anni a questa parte e sulla bocca di molti si sente riferire che l’immagine più evocativa per descrivere questo Festival nel suo insieme, sia la fotografia dello scavo abbandonato nell’area dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo Palazzo del Cinema, evidentemente sogno più vagheggiato che perseguito.
Per fortuna che ancora qualche emozione riescono a darla le ultime pellicola di questa 68° competizione lagunare.
La mattinata parte con la violenza esplosiva di KILER JOE di William Friedkin (nella sezione dei film in concorso). Il regista premio Oscar per The French Connection (1971) e The Exorcist (1973), porta al Lido una favola nera molto pop, tratta da un romanzo di Tracy Letts. Una famiglia molto borderline decide di far fuori la prima moglie di lui per incassare l’assicurazione sulla vita. Per il lavoro sporco viene assoldato un killer professionista che, in mancanza di un anticipo in denaro sceglie un “deposito” nella persona di una minorenne. Grandguignolesco, soprattutto nelle sequenze finali, il film non ha la giocosità dello stile tarantiniano ed effettivamente, qualche scena, risulta piuttosto fastidiosa. Tuttavia, si apprezza il montaggio e l’utilizzo molto evocativo delle tracce sonore. Applausi alla prima proiezione della stampa e commenti positivi rubati in coda.
Seconda visione della mattinata, l’atteso e sopravvalutato L’ULTIMO TERRESTRE di Gian Alfonso Pacinotti. Autore di vignette e racconti brevi, qui al suo esordio sul grande schermo, l’autore si ispira alla graphic novel “Nessuno mi farà del male” di Giacomo Monti. Mentre il Paese attende l’annunciato arrivo degli extraterrestri, l’introverso e problematico Luca, al termine di un percorso odioso e doloroso, forse, risolve alcuni annosi problemi personali. La narrazione parte bene con battute azzeccate, poi, però si sfilaccia in una serie di situazioni dal crescente tono drammatico sino ad una catarsi improvvisa che lascia tutto in sospeso. Un po’ ingenuo l’apporto del cast; contrastanti i giudizi della critica e del pubblico.
Lascia basiti tutti la visione nella Settimana internazionale della critica di TOTEM della giovanissima esordiente, Jessica Krummacher. Lievemente ispirato ad un fatto di cronaca (il suicidio di una giovanissima collaboratrice domestica impiegata presso una famiglia borghese della Ruhr), il film procede per sequenze non molto logiche, raccontando i morbosi rapporti fra i componenti della famiglia e la giovane oggetto di attenzioni e piccole violenze sino al tragico epilogo. Il film dovrebbe illustrare in chiave critica le angosce e le nevrosi che si scatenano in un interno familiare chiuso e poco aperto al cambiamento, attraverso un linguaggio volutamente opaco e ricco di simboli. Si attendevano delucidazioni e lumi dalla stessa regista in sala al termine del dibattito… chiarimenti che non sono punto arrivati dal momento che, a suo dire “… non sempre è possibile rispondere a tutte le domande che un film pone”. Vabbè, se lo dice lei…
Chiude la giornata LA CLÉ DES CHAMPS (fuori concorso) del duo di documentaristi francesi, Claude Nuridsnay e Marie Perennou. Sull’esile trama di delicati ricordi estivi, quando un ragazzino in vacanza in campagna, scopre nella solitudine della contemplazione di uno stagno, dapprima un mondo di sogno, poi, l’attrazione verso una coetanea, il piccolo capolavoro dei celebrati autori di Microcosmos e Genesis, condensa, in appena 91’ sequenze di macro di una bellezza assoluta. Senza alcun intendo documentaristico o tanto più didattico, le immagini incredibili degli abitanti dello stagno (insetti, rane, tritoni, ragni, uccelli), evocano la meraviglia dell’ignoto è la bellezza del sogno. La lontananza dalla realtà è altresì suggellata dal vivace ed originale commento sonoro, spesso tripartito su più piani. Da rivedere assolutamente.
E anche per oggi è tutto. A domani col penultimo aggiornamento.
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