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Fuori dal Coro 2011
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 31 agosto fino a sabato 10 settembre, giorno delle premiazioni. Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2011.
Queste pagine sono fruibili anche dal Sito ufficiale del CGS Nazionale, all'indirizzo: www.cgsweb.it
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07/09/2011
inizia il count down
Ben ritrovati. Al terz’ultimo giorno di Mostra, col declino costante delle forze e la pazienza giunta al limite, si raccolgono le ultime energie per trascinarsi da una coda all’altra e per scambiare giudizi ed idee con i compagni di fila. Cominciano a fioccare le prime previsioni e si perpetua il gioco della distribuzione virtuale dei Premi (tanto poi la Giuria seguirà un percorso tutto suo). Intanto, anche l'allure glam sbandierato sui giornali e nei Tg va a farsi benedire e basta aggirarsi negli spazi adiacenti alla Mostra per rendersi conto della pochezza degli arredi, della tristezza dei luoghi di incontro, del vuoto spacciato per minimal style (ma forse rende meglio l’idea “vorrei, ma non posso”). Solo nel sacro tempio dell’Excelsior si perpetua il rituale dell’omaggio allo star system che, in certi casi, assume toni grotteschi e, vista la vicinanza con Venezia, carnevaleschi.
Ma andiamo, brevemente, al resoconto di questa giornata di proiezioni. Delude alla grande l’attesissimo QUANDO LA NOTTE di Cristina Comencini, dalla selezione delle pellicole in concorso. Figlia d’arte del grande Luigi, prima di approdare al cinema, lavora per parecchi anni come giornalista economica e ricercatrice, poi, il richiamo del sangue la porta a seguire le orme paterne. Purtroppo, questa sua ultima prova, ispirata al suo omonimo romanzo, non ha il pregio della credibilità e risulta piuttosto raffazzonata nella fattura. La storia è quella di una madre dubbiosa ed instabile che, in uno scatto di rabbia provoca un piccolo incidente al figlioletto. Un ombroso vicino di casa interviene, ma, in seguito le rimprovera l’intenzionalità del gesto. Intanto, fra i due, sboccia l’attrazione. Sceneggiatura zoppa ed ingenuità varie tolgono credibilità ad un testo che poteva anche essere interessante. Si propone la Coppa “Polpi” al duo Pandolfi/Timi perché a parte l’assenza di cromatofori e melanofori sulla pelle, l’espressività dei due è più o meno quella dei succitati molluschi tentacolari.
Sempre in concorso, stranisce la platea HAITHALFUT (The Exchange) di Eran Kolirin. Il regista israeliano gioca la carta dell’assurdo mettendo in scena la disgregazione di una giovane coppia borghese (lui fisico, lei architetto) che implode nel momento in cui l’uomo comincia a dare segni di squilibrio vivendo come se osservasse per la prima volta la sua stessa vita da una nuova angolazione. Prolungati silenzi, ossessiva ripetizione di gesti e sequenze, studiati e stranianti movimenti della macchina da presa, tempi molto dilatati, non aiutano ad apprezzare la pur bella costruzione delle inquadrature. All’apparizione della dedica finale, dopo i titoli di coda, alla proiezione di stampa ed industry scoppia la risata irridente. Peccato.
Cambio di spirito, in Sala Perla, per la proiezione alle ore 14.00 della pellicola WOKOU DE ZONGJI (The Sword Identity) di Ku Haofeng, nella sezione orizzonti. Autore di romanzi e saggistica, regista teatrale e docente di regia cinematografica presso l’Accademia del cinema di Pechino, Haofeng (qui alla sua opera prima per il grande schermo), porta a Venezia una parabola sull’effimera longevità della nobilità. Il pretesto favolistico è quello di una serie di “prove” marziali per far accettare a 4 scuole di arti guerresche un nuovo tipo di spada nella Cina dei Ming. Spettacolarità ridotta all’osso e siparietti comici rendono la visione di questo prodotto piuttosto inusuale (anche perché manca la consueta ridondanza di apparato scenico e di costumi tipico di un prodotto del genere). Opera più filosofica che di puro intrattenimento.
Ancora un cambio di rotta e dalla Cina classica ci si sposta in un viaggio che parte dal Canada e arriva in Argentina con ANOTHER SILENCE di Santiago Amigorena. La vita di una poliziotta a Toronto viene sconvolta dall’uccisione del marito e del figlio in un agguato notturno. Dopo la prostrazione iniziale, lei inizia un percorso di ricerca finalizzata a vendicare la perdita dei propri cari. Costruito come un western moderno (con tanto di giustiziere al femminile), il film sfrutta il pretesto del viaggio per scavare nell’interiorità della protagonista ed evidenziare il percorso più duro dall’odio al perdono. L’opera si giova di un ritmo ben dosato e di una protagonista in parte e credibile.
Conclude la giornata il fuori concorso, EVA di Kike Mailo. Arriva direttamente dalla Spagna questo insolito film di fantascienza che narra la storia di un genio della robotica incaricato dalla sua ex università di completare un prototipo di robot-bambino, lasciato in sospeso dieci anni prima. L’incontro con la figlia di suo fratello e della sua ex di allora, lo condurranno verso una imprevista soluzione. Inquietante, sottilmente malinconico, ben girato e ben costruito (si segnalano positivamente gli effetti speciali digitali e le invenzioni estetiche), il film si lascia seguire con facilità (addirittura scoprendo indizi anzitempo) pur mantenendo una originalità. Piacevole, soprattutto a fine giornata.
E anche per oggi è tutto, a domani con gli ultimi aggiornamenti.
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