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Fuori dal Coro 2011
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 31 agosto fino a sabato 10 settembre, giorno delle premiazioni. Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2011.
Queste pagine sono fruibili anche dal Sito ufficiale del CGS Nazionale, all'indirizzo: www.cgsweb.it
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05/09/2011
Finalmene... Piove!
Buongiorno a tutti e ben ritrovati su queste pagine “veneziane”. Come anticipato dal titolo di questa giornata, finalmente, anche sulla stagnante laguna s’è fatta vedere un po’ di pioggia che, se non altro ha contribuito al desiderato refrigerio. Per carità, non che la temperatura o il tasso di umidità siano mutati di molto, tuttavia, quel poco di cambiamento fa la differenza, soprattutto al lunedì e al 28° film.
Anche questa giornata, malgrado le premesse, s’è rivelata densa di impegni extra visione, per cui è stato necessario sacrificare una delle cinque proiezioni in programma.
Partenza alla grande con il film in concorso: TINKER, TAILOR, SOLDIER, SPY di Tomas Alfredson. Un cast di sublimi over 50’ (Gary Oldman, Khaty Burke, Benedict Cumberbatch, David Dencik, Colin Firth, John Hurt, Tom Hardy, Stephen Graham), porta avanti una spy story molto classica, quasi d’antan, a partire dal romanzo omonimo di John le Carré. Atmosfere anni ’70, colori in parte denaturati, mise en scene accurata e recitazione di ottimo livello, sostengono una sceneggiatura calibrata e parca di colpi di scena che intriga ed appassiona senza eccedere in spettacolarità, anzi, asciugando al massimo ogni velleità di facili emozioni. Un prodotto di ottimo livello, estremamente godibile.
Seconda visione nella selezione ufficiale di Venezia 68, TAO JIE (Simple life), di Ann Hui. Il film è un delicato inno alla vecchiaia e all’affetto dovuto alle persone sul “viale del tramonto” a partire dalla storia vera di una donna cinese che per 60 anni ha prestato servizio presso una famiglia borghese, ricevendone, poi, rispetto, affetto e riconosciuto amore. La visione restituisce la cifra minimale cui tanto cinema orientale ci ha abituato, dove una accurata gestione dei tempi si sposa alla misura e alla discrezione nelle componenti emozionali. Tuttavia non si può rimanere distaccati dalla visione di questo film che, sornione e ben fatto, sa pure emozionare (prova ne sia la calorosa accoglienza alla prima proiezione per il pubblico degli accreditati stampa e professionali9.
Per il consueto appuntamento con la Settimana della critica, il menù del giorno ha offerto: LOUISE WIMMER, dello sceneggiatore e regista (qui al suo esordio nel lungometraggio), Cyril Mennegun. Louise, un matrimonio fallito alle spalle, un lavoro precario e part time, nessun tetto sopra le spalle, si arrangia dormire nella vecchia Volvo, tirando a campare con accorgimenti border line, in attesa di una risposta dal servizio sociale. Malgrado le tante difficoltà la cinquantenne non si arrende. C’è tutto il dramma della precarietà del lavoro e degli affetti in questa pellicola asciutta e ribelle al tempo stesso; equilibrata e fauve. Da tenere in considerazione.
Ultima visione della giornata (per la sezione Giornate degli autori), IO SONO LI, di Andrea Segre. Accompagnato in Sala Darsena da una più che nutrita film delegation, il film total veneto porta in laguna una ventata di delicata poesia sul tema dell’immigrazione orientale e sull’incontro di anime affini. La storia è quella di Shun Li, operaia cinese di una manifattura tessile che trasferita a Chioggia, presso un osteria del porto, intesse una candida amicizia con un anziano emigrato dall’ex Jugoslavia. Il rapporto pulito e sincero fra i due mette in crisi le due comunità coinvolte. Qui al suo primo lungometraggio di finzione, Andrea Segre (peraltro non del tutto nuovo alla Mostra del Cinema), si dimostra regista attento alla forma e alla sostanza, prediligendo un linguaggio semplice ma non privo di grazia e di significative soluzioni narrative ed evocative. Si segnalano con piacere le performances attoriali di Marco Paolini, Roberto Citran e Giuseppe Battiston, equilibrati, nella cifra drammatica dal veterano Rade Serbedzija (Prima della pioggia) e dalla giovane Zhao Tao. Sala Darsena in visibilio, tributa uno scrosciante applauso ai titoli di coda (ma i maligni non hanno potuto fare a meno di notare come la pellicola “giocasse in casa”).
E anche per quest’oggi è tutto da Venezia. Arrivederci alla prossima puntata.
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