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Fuori dal Coro 2011
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 31 agosto fino a sabato 10 settembre, giorno delle premiazioni. Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2011.
Queste pagine sono fruibili anche dal Sito ufficiale del CGS Nazionale, all'indirizzo: www.cgsweb.it
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31/08/2011
Ancora Venezia!
Bentrovati!
Dalla Freccia Argento che scoccata da Roma, via Firenze-Bologna, mi ha condotto a Venezia, tentavo, ieri, di scrivere le prime righe di questo nuovo diario veneziano che sino a sabato 10 settembre mi legherà a filo rosso alla rete e al sito www.sentieridicinema, nel proseguimento di una collaudata tradizione più che decennale. Ancora Venezia, dunque, per me la diciottesima Mostra consecutiva e la seconda che mi vede alla guida del Laboratorio Venezia Cinema CGS. Se la mezza giornata di ieri è stata dedicata solamente all’organizzazione dell’appartamento “marchigiano” (siamo 7 fino a lunedì, poi arriveranno altre 5 persone la prossima settimana), oggi, si è partiti alla grande con la prima cinquina. Apre questa 68° edizione LE IDI DI MARZO di George Clooney. Ottima pellicola nel solco del miglior cinema classico americano anni ’40. Sullo sfondo delle primarie per la corsa alla Casa Bianca si dipana la lotta, ricca di colpi bassi, fra gli addetti stampa dei due staff coinvolti. Dopo il successo riscosso con “Confessioni di una mente pericolosa” (2002) e “Goodnight and good luck” (2005), il bravo Clooney si conferma non solo buon attore ma anche pregevole regista in grado di legare lo spettatore alla poltrona senza ricorre a trucchetti emozionali o chiché tipici del cinema di genere. Strepitoso il cast, che oltre allo stesso regista-interprete, coinvolge: Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Ewan Rachel Wood. Da rivedere.
Fuori concorso, ci ha incuriosito: VIVAN LAS ANTIPODAS (Viva gli antipodi!), curioso gioco tra cinema documentario, evocazioni letterarie e divagazioni geografico filosofiche. Il senso della vita e della morte, l’attesa, il lavoro, l’amicizia e la solitudine, declinati in chiave minimal attraverso i parallelismi fra personaggi e luoghi “antipodali” (Spagna-Nuova Zelanda; Russia-Cile; Argentina-Cina; Hawaii-Botswana). Molto bella la stravagante colonna sonora (una piccola antologia della musica del mondo) e la suggestiva fotografia, sorniona ed effettata.
Durante il “pranzo”, ci si è rilassati con CRAZY HORSE. Il decano del cinema documentario americano, Frederick Wiseman, si diverte ad omaggiare il celebre locale parigino con un garbato e seducente “dietro le quinte” delle prove di un nuovo spettacolo. Seduzione, erotismo, provocazione (molto chic), emerge dalle scelte estetiche dello staff del locale, fedelmente riprese e restituite al pubblico con curiosi siparietti di ciò che avviene nei camerini, in sartoria, nella sala trucco e nella boutique della costumista. Intrigante senza essere volgare.
Quarto film della giornata: LOVE AND BRUISES di Luo Ye. Coproduzione franco-cinese, la pellicola, che racconta gli amori tormentati ed irrisolti di una ragazza cinese in Francia, si offre alla spettatore come una rilettura postmoderna dello stile nouvelle vague. Insistito l’utilizzo di panoramiche quasi a schiaffo per la gestione dei dialoghi ed il continuo seguire da vicino i personaggi con la macchina da presa. Qualche lungaggine e non poche ingenuità tolgono smalto ad una storia che, malgrado la non originalità, avrebbe incuriosito per lo sviluppo.
Termina la giornata, insolitamente presto: LA DESINTEGRATION di Philippe Faucon. Nell’algida Lille un tre giovani musulmani subisco l’indottrinamento di un estremista che li spinge ad un gesto estremo. Faucon gestisce bene il retroterra culturale delle giovani generazioni arabe nate in Francia e mai del tutto integrate, e, d’altra parte, le resistenze culturali e sociali del Paese che le ospita. Critiche ce n’è per tutti, ma la manifestazione del male è chiara e senza alcuno sconto. Ben gestita la scrittura dei dialoghi, mentre la conduzione registica appare lineare e mai sopra le righe.
Buona notte.
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