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Un appuntamento giornaliero fra critica, commenti, news, gossip e quant'altro ancora direttamente dalla 59a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia a cura del nostro inviato Alberto Piastrellini

 

05/09/2002 Giovedì 5 settembre

Terz’ultimo giorno di programmazione della 59a edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia; la giornata, piuttosto densa di stimoli ha visto i partecipanti del Laboratorio Venezia Cinema impegnati nelle seguenti visioni: My name is Tanino di Paolo Virzì, Julie Walking Home di Agnieska Holland, Dolls di Takeshi Kitano, The Tracker di Rolf de Heer.
Paolo Virzì, classe 1964, autore di film quali: La bella vita, Ferie d’agosto, Ovosodo, Baci e abbracci, sbarca al Lido con una pellicola ammiccante, divertente, leggera e deliziosa; My name is Tanino presentato fuori concorso. Come per Ovosodo, anche qui il protagonista è un giovane, questa volta siciliano, alle prese con un avventuroso viaggio in America alla ricerca di una ragazza conosciuta l’estate precedente. Naturalmente le paradossali avventure di questo outsider danno modo al furbo e scanzonato regista di lanciare maliziose strizzate d’occhio, frecciatine velenose, battute al vetriolo, sulla situazione politica italiana, la cultura global, la società americana, persino il mondo del Cinema, il tutto in una confezione frizzante ed arguta.
In concorso: Julie Walking Home di Agnieska Holland (Europa Europa, Olivier Olivier, Il giardino segreto), regista polacca dal passato ribelle ed impegnato socialmente, è una pellicola intrigante, la storia di una famiglia e dei legami che uniscono i componenti del nucleo; su tutto il senso di tradimento che striscia insidioso, la malattia che sembra accanirsi sul bimbo più piccolo, il senso, la ricerca, l’esperienza diretta e sconvolgente col trascendente. Ma, la cosa che più colpisce è il linguaggio semplice, poetico e toccante con cui viene trattato l’incantato mondo dei due piccoli protagonisti e il loro punto di vista sulle vicende.
Giustamente atteso sin dall’inizio di questa edizione della Mostra, finalmente sbarca al Lido Takeshi “Beat” Kitano (Sonatine, Hana-Bi, L’estate di Kikujiro), Leone d’Oro 1997, con il suo nuovissimo Dolls, anch’esso inserito nella selezione ufficiale dei film in concorso. Una pellicola affascinante, un collage di tre storie sull’amore che non muore mai, ispirato alle marionette del Teatro Bunraku. Di grande impatto la splendida fotografia di Katsumi Yanagijma, da sola meritevole di encomi ufficiali e qui esaltata dai ritmi pacati di una sceneggiatura attenta, rigorosa e da un montaggio severo, anch’essi ad opera di Kitano. Affiatatissimo il sestetto di attori, tutti in stato di grazia. Una parabola ardita che ha la potenza evocativa e la leggerezza di un Haiku giapponese. In odore di Leone…
Terzo film in concorso della giornata The Tracker dell’olandese naturalizzato in Australia Rolf de Heer; un’esperienza insolita, di quelle che, a volte, rimangono nella memoria come un piacevole ricordo. Nella cornice di un insolito “western” la storia è quella di un inseguimento, una caccia nell’outback asutraliano del 1922 da parte di tre uomini di legge, alla ricerca di un aborigeno accusato di omicidio. Il gruppo è guidato da un altro aborigeno. L’eccessiva violenza gratuita e la palese ingiustizia dello sceriffo causeranno impreviste soluzioni. Strappa applausi e commenti favorevoli la proiezione pomeridiana riservata alla Stampa, a favore del regista gioca l’aver trattato un frammento di Storia a noi sconosciuto, un triste capitolo di massacri, razzismo, ingiustizie sociali, in una cornice comunque avventurosa ed intrigante.

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