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fuoridalcoro
Un appuntamento giornaliero fra critica, commenti, news, gossip e quant'altro ancora direttamente dalla 59a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia a cura del nostro inviato Alberto Piastrellini
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03/09/2002
Martedì 3 settembre
Al suo settimo giorno di programmazione, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ormai entrata nel vivo della kermesse, comincia a mostrare un insolito volto piccante. Merito delle due pellicole visionate nella mattinata: Nackt della tedesca Doris Dörrie e Ken Park di Larry Clark ed Ed Lachman. Doris Dörrie, consacrata al successo internazionale con Uomini, nel 1985 e a tutt’oggi, una delle migliori e prolifiche scrittrici della Germania, firma questa commedia brillante, appena venata da una leggera pennellata di dramma. La storia è quella di tre ex coppie affiatatissime alle prese con le delusioni amorose, la routine, i problemi finanziari, i sospetti di tradimento. Una notte, complice una cena e una scommessa azzardata – sulla capacità di due delle coppie, una volta bendate, di riconoscere con le sole mani il rispettivo partner nudo – insegna loro molto più di quello non avrebbero mai voluto sapere, ma… Essere nudi è molto più che togliersi i vestiti, dichiara la combattiva Dörrie e prosegue Tutti crediamo di conservare le nostrre identità indossando una maschera, che in realtà ci fa impazzire. Spogliandosi e restando nudi, i personaggi di Nackt devono ammettere che non tutto ciò che professavano o credevano di essere era vero. La pellicola ha la freschezza di una commedia musicale (e non a caso varie canzoni vengono interpretate sulla scena) e la ricchezza verbale, le scansioni, i tempi di una piece teatrale. Tutt’altro stile, spessore, umore nella pellicola della sezione controcorrente Ken Park di Larry Clark ed Ed Lachman. La storia è quella di quattro famiglie medie di una cittadina di provincia della California: la vicenda segue le vite di tre ragazzi, una ragazza e dei loro genitori. Non nuovo a provocazioni ed eccessi, tanto da pagare in alcuni paesi (nostro compreso) con la non distribuzione dei suoi prodotti, Larry Clark (Kids, Another Day in Paradise, Bully), qui affiancato alla regia Ed Lachman (già direttore della fotografia per Werner Herzog, Wim Wenders, Jean-Luc Godard e Bernardo Bertolucci), firma una pellicola-shock sui temi a lui cari; lo sfacelo morale e sociale dell’America di provincia vista attraverso gli occhi degli adolescenti. Adolescenti in preda all’odio, al sesso (mostrato senza nessuna censura in dettaglio anche nelle sue connotazioni più morbose con adulti), alla follia omicida e suicida. Adolescenti comunque smarriti, in perenne ricerca di un senso della vita che tutti gli adulti non hanno saputo insegnare. Una pellicola estrema, intensa e molto, molto cupa, con le stesse parole del regista, che non mancherà, ovviamente, di sollevare grida di scandalo e reazioni plateali.
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