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Fuori dal Coro 2014

Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.

 

01/09/2014 Sesto giorno

In concorso
IL GIOVANE FAVOLOSO di Mario Martone (Italia, 137')
Con: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Isabella Ragonese

La parabola terrena del poeta recanatese Giacomo Leopardi, dall’infanzia all’ultimo soggiorno napoletano, riletta attraverso alcuni particolari passaggi della sua esistenza. Il bravo Mario Martone (“Morte di un matematico napoletano” – Gran Premio della Giuria, Venezia 1992; “L’amore molesto” – David di Donatello, 1995; “Noi credevamo” – 7 David di Donatello, 2010) tenta di portare sul grande schermo non già una semplice ricostruzione agiografica o aneddotica del poeta, filosofo, letterato, bensì restituire allo spettatore di oggi l’immagine e il pensiero di un outsider a cavallo fra il secolo dei lumi e la rivoluzione industriale. Un’immagine ribelle, anticonvenzionale, ironica, molto moderna e tuttavia radicata nell’intensa produzione letteraria che qui viene continuamente citata e, anzi, costituisce le fondamenta della narrazione. Da sottolineare positivamente la scelta di una fotografia pulita, di una narrazione lineare che pure non rinuncia ad alcune suggestioni perturbanti, di un buon studio sulle luci e sugli ambienti, la recitazione molto fisica del bravo Elio Germano, così come la credibile messa in scena.

Fuori concorso
AMOS GITAI – TSILI di Amos Gitai (Israele, Russia, Italia, Francia, 88')
Con: Sara Adler, Meshi Olinski, Lea Koenig, Adam Tsekhman, Andrey Kashkar

Tsili è una giovane ragazza ebrea scampata al rastrellamento della sua famiglia in Ucraina all’inizio degli anni ’40. Si nasconde in una foresta e conosce un altro ebreo che, però non farà più ritorno a lei dopo una fuga al villaggio in cerca di cibo. Quando la guerra finisce, anche Tsili si metterà in viaggio verso una nuova terra. Ispirandosi liberamente al romanzo omonimo di Aharon Appelfeld, il sessantaquattrenne regista israeliano Amos Gitai (prolifico autore che in oltre quarant’anni ha corteggiato la complessa storia del Medio Oriente attraverso i temi della patria e dell’esilio, mettendo anche in luce la sua storia personale), trae un film dalla visione complessa e difficile, tutto giocato su suggestioni stranianti, insistite e atemporali. Il personaggio principale è interpretato da due attrici ed una voce fuori campo mentre la storia procede attraverso singole scene che evocano situazioni piuttosto che raccontarle attraverso una messa in scena realistica. La stessa scelta di inquadrare gli attori da insistite angolazioni inconsuete ed in uno straniante tempo reale suggerisce che ci troviamo nel territorio della riflessione personale e non già nella fiction di narrazione.

Fuori concorso
NYMPHOMANIAC VOLUME I (LONG VERSION) DIRECTOR’S CUT di Lars von Trier (Danimarca, Germania, Francia, Belgio, 180')
Con: Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Willem Dafoe, Mia Goth

Il vecchio Seligman, in una gelida notte d’inverno, trova Joe pesta e riversa in un vicolo. La soccorre, le offre il calore di una casa e tutta la sua attenzione per il lungo racconto dei fatti che l’hanno portata fino a quel punto. Il regista cult danese (“Le donde del destino” – Gran Premio della Giuria, Cannes 1996; “Dancer in the dark” – Palma d’Oro a Cannes 2000; “Dogville”; “Manderlay”; “Melancholia”), ritrova la sua forma migliore con questa prima parte della “saga” dedicata al personaggio della ninfomane Joe (superbamente interpretata dalla poliedrica Charlotte Gainsbourg. Il film, peraltro già uscito nelle Sale nella versione ridotta, è presentato qui a Venezia (fuori concorso), in due “volumi” rispettivamente di 145 e 180 minuti. Una visione appagante ma dura e complessa, vuoi per le tante performance sessuali esplicite ricorrenti e dettagliate, vuoi per un linguaggio cinematografico curatissimo e mai banale, così come per i tanti stimoli letterali e musicali che emergono dalla narrazione. Chi cerca lo scandalo e la pruderie ne esce deluso perché il coté pseudopornografico (seppur esibito senza censure), viene continuamente sconfessato. Pubblico degli accreditati in visibilio alla proiezione del primo volume in Sala Darsena, presenti i due attori principali.

Giornate degli Autori
HE OVAT PAENNEET (THEY HAVE ESCAPED) di J-P Valkeapää (Finlandia, Olanda, 100’)
Con: Roosa Söderholm, Teppo Manner, Pelle Heikkilä, Petteri Pennilä

Joni, timido ragazzo fuggito al servizio militare, è obbligato a lavorare in un centro di accoglienza per ragazzi problematici. Ad incantarlo Raisa, ragazza ribelle ed impulsiva, che lo trascina con sé in avventura oltre i confini della realtà. Tra tesori, droghe ed improbabili incontri i giovani conosceranno il lato più selvaggio ed intenso della loro gioventù. Inquadrature inaspettate ed intensi primi piani contribuiscono ad arricchire il film di energia e vivacità fondendosi all'alternanza fgi opachi che caratterizzano il mondo civile. Scorre, fra le scene il rosso filo delle labbra, della sensualità e del sangue della repressione. In questo gioco di alti e bassi anche i suoni si trasformano in silenzi, in musiche tribali, in grida di paura e di libertà identificando un clima di continua suspense. I protagonisti si distinguono per una notevole interpretazione dei personaggi che rimangono, forse, non del tutto accompagnati nella loro evoluzione caratteriale e sentimentale. Il finlandese Valkeapää ("The visitor" – 2008; "The fall" – 2003; "Eyes closed without hands" - 2000) realizza un film originale dai toni irriverenti e fiabeschi; una storia che, seppur con un finale, rimane oscura ed inquietante e che lascia lo spettatore perplesso e disilluso. Emerge esplicitamente una visione che vede ai suoi poli una civiltà senza pietà e una libertà incontrollabile che lascia i personaggi e lo spettatore persi in una giungla selvaggia senza alcuna guida.

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