Buongiorno da Venezia 71. Dopo un arrivo freddo stile "nel bel mezzo di un gelido inverno" il primo giorno di Mostra parte con la nebbia mentre il solito Lido si conferma "la.desolazione di Smaug".
Una bella novita: rinnovato l'interno della sala Darsena ex Palagalileo ex Arena. Nuove poltroncine comode e decoro a "onde" alle pareti... Per un festival... "ondivago"?
Il Primo giorno di Mostra entusiasma con una quartina di tutto rispetto. Mentre, come di consueto, gli ultimi preparativi fervono intorno ai luoghi del Festival, i primi arrivati del popolo dei festivalieri, cominciano ad assieparsi nelle code. Trepidazione per l'inaugurazione di questa sera.
(Film d’apertura della Sezione “Orizzonti”)THE PRESIDENT (Georgia, Francia, Gran Bretagna, Germania; 115’) di Mosen Makhmalbaf Con: Misha Gomiashvili, Dachi Orvelashvili
In un immaginario Paese del Caucaso scoppia la rivoluzione contro il dittatore. Questi fugge in incognito con il nipotino cercando la salvezza verso il confine mentre sulla sua testa aumenta la taglia. L’ultima, attesa opera del regista iraniano Mosen Makhmalbaf (“Il silenzio”; “Viaggio a Kandahar”), si offre allo spettatore come un apologo sulla violenza del potere capace di rendere labile il confine fra vittima e carnefice. Dal punto di vista del linguaggio cinematografico utilizzato il film si apprezza per l’onestà intellettuale scevra da moralismi, facili schieramenti ideologici e sentimentalismi. In questo senso si apprezzano: l’uso significativo del fuori campo, la fotografia naturalistica lontana da virtuosismi estetizzanti, la prevalenza dei primi piani che restituisce l’intensità delle interpretazioni attoriali e, per contro, la significativa scelta di molteplici campi lunghi che determinano uno stacco emotivo dai personaggi e dalle masse. Infine, il recupero della musica popolare come espressione di umanità.
(Film d’apertura della Sezione “In concorso”)
BIRDMAN – OR THE UNEXPECTED VIRTUE OF IGNORANCE (Usa, 119')
di Alejandro González Iñárritu
Con: Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone, Naomi Watts
Un attore cinematografico dal passato legato all’interpretazione action, lavora per mettere in scena un suo testo originale tratto dal classico "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore" di Raymond Carver. Il confronto con il Teatro, con il cast e con il passato burrascoso dell’uomo rendono la produzione particolarmente difficile. Inarritu si conferma sottile e sornione indagatore dell’animo umano. Bordeggiando fra commedia e dramma, realtà e finzione, cinema e teatro, realismo e metafisica, la narrazione procede spedita grazie ad uno script intelligente ed un terzetto di attori (Keaton, Norton, Watts) in grande spolvero. Significativa la scelta del linguaggio cinematografico che utilizza il piano sequenza come unica figura “di montaggio” con il medesimo fine di rendere il racconto realistico e allo stesso tempo straniante, nonché un commento sonoro a tratti teso ed emozionante affidato ad assoli di batteria (che compare continuamente all’interno del racconto). Tra le pieghe del testo il tema attualissimo della ricerca spasmodica del soddisfacimento della “fame social”, qui declinato nella sua accezione più irrisoria. Un gran bell’inizio per questa 71° edizione della Mostra del Cinema.
Giornate degli Autori
BEFORE I DISAPPEAR (Usa, Gran Bretagna, 98’),
di Shawn Christensen
Con: Shawn Christensen, Fatima Ptacek, Emmy Rossum, Paul Wesley
Deciso a farla finita un giovane si taglia le vene e si immerge nella vasca da bagno. L’improvviso squillo del telefono e una impellente richiesta della sorella di lui lo catapultano in una folle notte dalla quale ne esce rinnovato. Il giovane regista Shawn Christensen (qui anche attore protagonista) porta sul grande schermo una commedia nera tratta dal suo precedente cortometraggio “Curfew” che aveva vinto un Oscar. Una classica fabula di formazione dove l’elemento salvifico è incarnato nella giovanissima figura femminile della nipotina redentrice (una brava e convincente Fatima Ptacek). Qualche osservazione sulla colonna sonora che, pur intrigante, inanella temi e motivi facilmente riconoscibili e poco originali. Interessante l’uso dei tagli di luce e dei cromatismi eccessivi ma il prodotto, in sé, non brilla per originalità.
Giornate degli Autori (Film d’apertura)
ONE ON ONE di Kim Ki-duk (Corea del Sud, 122’,
Con: Lee Don, Kim Youngmin, Lee Yikyung, Cho Dongin, Yoo Teo, Ahn Jihye, Jo Jaeryong, Kim Joongki
Una giovane viene brutalmente e misteriosamente assassinata. Nei giorni seguenti, uno ad uno degli assassini e dei mandanti viene rapito, torturato e costretto a confessare il proprio crimine da un commando di “vendicatori” capeggiato da leader tutto d’un pezzo. Mentre rapimenti e torture procedono, nel gruppo dei giustizieri comincia a serpeggiare il malcontento nei confronti del capo e dei suoi metodi brutali ed eccessivi. Il regista coreano pluripremiato a livello internazionale e conteso dai festival di mezzo mondo da una decina d’anni a questa parte torna al Lido (dopo il Leone d’Oro nel 2012 con “Pietà”) con una pellicola abbastanza forte (ma neanche troppo visti alcuni suoi precedenti), che si offre allo spettatore come un apologo sulla fine della democrazia e sul cerchio infinito della violenza che genera violenza; molto intrigante in questo senso la provocazione implicita nel titolo originale: “Io chi sono?”. Come sempre nella produzione di Kim Ki-duk, sono i piccoli particolari quelli che raccontano di più e che esplicitano il pensiero del regista. Da gustare con attenzione