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Fuori dal Coro 2014
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.
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31/08/2014
Quinto giorno
In concorso
LOIN DES HOMMES di David Oelhoffen (Francia, 110')
Con: Viggo Mortensen, Reda Kateb
Algeria, 1954. Mentre scoppiano le rivolte contro i francesi colonizzatori, un maestro elementare che esercita in una isolatissima scuola nell’altopiano dell’Atlante, viene incaricato di scortare un assassino verso la gendarmeria più vicina. Durante le peripezie del viaggio i due uomini finiranno per comprendersi. Liberamente tratto dal racconto “L’hôte” di Albert Camus il film appare come un prodotto ibrido a metà strada fra il ruvido on the road ed il western non convenzionale. In primo piano il confronto ed il superamento fra due visioni diverse della legge e della giustizia umana che emerge dai dialoghi del duetto Mortensen-Kateb. Il regista francese autore di premiati cortometraggi e qui alla sua seconda prova con il grande schermo si dimostra abile nel condurre tanto le sequenze rarefatte di dialoghi significativi e ancor più significativi silenzi, quanto le scene più concitate di pura azione. Molto bella la fotografia che esalta luci e colori del deserto pietroso e che declinata nelle ampie focali del campi lunghi e lunghissimi, restituisce il senso di solitudine dei personaggi e la dimensione di riflessione che emerge dalla storia.
In concorso
THE CUT di Fatih Akin (Germania, Francia, Italia, Russia, Canada, Polonia, Turchia, 138')
Con: Tahar Rahim, Akin Gazi, Simon Abkarian, George Georgiou
Armenia, 1916. Quando l’esercito turco inizia a rastrellare la minoranza cristiana armena, un giovane fabbro viene diviso dalla sua famiglia. Dopo due anni di marce e lavori forzati, riesce a fuggire e, quando i turchi vengono sconfitti dagli inglesi, cerca di ricongiungersi alle due figlie. Inizia un viaggio di ricerca che lo porterà dal medioriente a Cuba e di qui alla Florida fino al nord Dakota. Il regista tedesco di origine turca, già Orso d’Oro 2004 con “La sposa turca”, Premio per la miglior sceneggiatura a Cannes 2007 con “Ai confini del paradiso” e Premio Speciale della Giuria a Venezia 2009 con “Soul Kitchen”, costruisce un film epico sullo sfondo del misconosciuto genocidio del popolo armeno, mettendo in primo piano i rapporti familiari e la sottile linea che divide il Bene dal Male. Se la ricostruzione storica, da un punto di vista scenico è ben realizzata, va detto che la forma del racconto, nel complesso, è poco originale.
Settimana Internazionale della Critica
TERRE BATTUE (TERRA BATTUTA) di Stéphane Demoustier (Francia, Belgio, 95')
Con: Olivier Gourmet, Valeria Bruni Tedeschi, Charles Mérienne
Jérôme, dopo aver lasciato l’azienda di cui è dirigente, è disposto a tutto pur di mettersi in proprio. Ugo, suo figlio, promessa del tennis e aspirante professionista, si dedica anima e corpo al coronamento del suo sogno sportivo. Entrambi non indugiano a compiere azioni disoneste pur di realizzare i propri progetti. Esordendo sul grande schermo con un lungometraggio, Demoustier sembra preferire lo sport da lui amato (già trattato nel precedente cortometraggio “Les petite jouers”) ai personaggi del suo film, i quali risultano stereotipati e monotoni. Attori con alle spalle performance e filmografie di un certo rilievo (Olivier Gourmet, premiato a Cannes nel 2002 per il ruolo ne “Il Figlio” e Valeria Bruni Tedeschi, nominata nel 2013 al David di Donatello per “Viva la libertà”) risultano essere gli unici elementi degni di nota, seppur svalutati da una sceneggiatura poco originale e piuttosto superficiale che lascia indifferente lo spettatore tentando di ricordargli che per raggiungere i propri scopi non tutte le regole possono essere infrante.
Settimana Internazionale della Critica
VILLA TOUMA di Suha Arraf (85')
Con: Ula Tabari, Nisreen Faour, Cherien Dabis, Maria Zreik
Badia, giovane orfana palestinese, si trasferisce nella villa delle zie apparentemente ostili e radicate nei costumi dell’aristocrazia cristiana ortodossa. Cercando di preservare il nome della famiglia mediante il matrimonio della giovane, vedranno sgretolarsi lentamente il muro conservatore dietro al quale le tre sorelle si sono celate. La sceneggiatrice israelo-palestinese Suha Arraf (“Il giardino di limoni” e “La sposa siriana”) esordisce nel ruolo di regista lasciando il pubblico piacevolmente sorpreso. La Palestina della guerra e delle violenze rimane in sottofondo, poco evocata nelle immagini e molto di più da continui richiami sonori (quasi a voler raccontare un tentativo di rimozione da parte dei personaggi). La colonna sonora che ben si addice ai toni eleganti, nostalgici e, perché no, lievemente ironici del lungometraggio, così come la fotografia caratterizzata da un’attenzione ai dettagli a dir poco maniacale contribuiscono a questa piccola “perla” cinematografica nella quale si apprezza la maestria del quartetto di attrici. Resta ambigua la scelta della regista di sciogliere il dramma nella notte di Natale (con una nascita e una morte), restituendo ai fatti una valenza fortemente simbolica.
Fuori concorso
THE HUMBLING di Barry Levinson (Usa, 112')
Con: Al Pacino, Greta Gerwig, Nina Arianda, Barry Levinson, Dianne Wiest, Charles Grodin
Uno strepitoso attore di teatro si ritira dalle scene dopo un esaurimento nervoso e inizia una ambigua relazione con una ragazza omosessuale. Il regista premio Oscar per “Rain man”, nonché autore, tra gli altri, di “Bugsy” e “Spleepers”, filma una sceneggiatura di Buck Henry e Mikhal Zebede tratta dal romanzo omonimo di Philip Roth. Il tema, non nuovo in questa edizione della mostra, dell’ultracinquantenne in crisi sul viale del tramonto è qui declinato in chiave psico-patologica nella convivenza disturbante fra realtà e finzione (anche se, in effetti, il regista dichiara le sue carte sin dalla prima sequenza). Il copione dà modo al solido Al Pacino di gigioneggiare per quasi due ore per la gioia dello spettatore, che, però, si sente un po’ preso in giro dalla volutamente fumosa narrazione.
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