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Fuori dal Coro 2014
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.
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30/08/2014
Quarto giorno
In Concorso
3 COEURS di Benoît Jacquot (Francia, 100')
Con: Benoît Poelvoorde, Charlotte Gainsbourg, Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve
Un uomo incontra una donna, parlano un’intera notte e si danno un appuntamento per la settimana seguente, ma, per una spiacevole circostanza lui non riuscirà ad essere presente. Tempo dopo, lui frequenta un'altra donna senza sapere che lei è la sorella della prima… Seducente produzione d’oltralpe con un notevole quartetto di attori: il bravo Benoît Poelvoorde (già apprezzato nell’altro film in concorso “La rançon de la glorie”), l’eclettica Charlotte Gainsbourgh (che qui in mostra figura nel discusso “Nymphomaniac” di Lars von Trier), la nostra Chiara Mastroianni (anche lei nel cast di “La rançon de la glorie”) e l’inossidabile Catherine Deneuve. Sotto la lente del regista di “Sade” (2000); “Tosca” (2001); “Au fond des bois” (2010), le imprevedibili turbolenze dei cuori travolti dalle “onde del destino”. Fascinosa la mise en scene altoborghese (che denota la sicurezza di un notevole budget), lo studio sulle luci e i colori, la capacità di muovere la macchina da presa con naturalezza ed eleganza. Tuttavia, a tanta ricercatezza formale non corrisponde, purtroppo, l’originalità nella conduzione del racconto, che, infatti, ha diviso nettamente il pubblico degli accreditati alla prima proiezione del mattino.
In Concorso
MANGLEHORN di David Gordon Green (Usa, 97')
Con: Al Pacino, Holly Hunter, Harmony Korine, Chris Messina
Scorbutico e solitario titolare di un negozio di chiavi e lucchetti, il signor Manglehorn (Al Pacino) si consuma nel rimpianto di un amore lasciato fuggire anni prima. Il dolore per “le rose che non colse” lo rende insensibile all’umanità e altrettanto impermeabile agli affetti di chi vorrebbe amarlo. David Gordon Green (“Prince Avalanche” – Premio per la miglior regia a Berlino 2013; “Joe”, nel 2014) costruisce con ricchissimi elementi di trama un apologo sulla gabbia del rimpianto e del senso di colpa e la potenza salvifica dell’amore. Utilizzando tutta la gamma espressiva della macchina da presa (comprese evocative panoramiche in sovrimpressione) e giocando, altresì, a sospendere il racconto in una sospesa a-temporalità, il regista crea una atmosfera rarefatta e delicata in cui si muove da vero signore della scena un intenso Al Pacino. Bella e brava una ritrovata Holly Hunter, curiosa la piccola parte affidata al regista cult Harmony Korine
In Concorso
99 HOMES di Ramin Bahrani (Usa, 112')
Con: Andrew Garfield, Michael Shannon, Laura Dern, Noah Lomax
“L’America non fa credito ai perdenti… E’ un paese per potenti creato da potenti”: queste le parole con le quali Mike Carver (Michael Shannon), “caimano” del mondo immobiliare, convince l’operaio edile Dennis Nash (interpretato da un sorprendente Andrew Garfield) a lavorare con lui, dopo averlo sfrattato. Anche Dennis, così, inizierà a collaborare agli sfratti esecutivi, mettendo sulla strada altre famiglie, come Carver aveva fatto con la sua. Il miraggio è quello di riavere la sua casa. La storia narrata da Ramin Bahrani rispetta le regole dell’action movie per ritmo, intreccio, dialoghi, tracciando nel contempo i chiari contorni del drammatico “patto col diavolo” con cui la crisi globale cerca di strangolare la middle class: duro ma onesto lavoro per vivere oppure ingresso tra i caimani carnefici di ogni scelta etica? La regia ottiene un risultato forse ibrido ma certamente interessante, che coniuga action e denuncia economico-sociale; ottime le prove attoriali dei due protagonisti maschili. Da vedere.
Orizzonti
SENZA NESSUNA PIETÀ di Michele Alhaique (Italia, 98')
Pierfrancesco Favino, Greta Scarano, Claudio Gioè, Adriano Giannini, Ninetto Davoli
Mimmo, muratore corpulento e solitario, divide la sua professione con l’attività di “recupero crediti” per lo zio mafioso. Una notte disobbedisce agli ordini per salvare dalla violenza una giovane prostituta. Comincia una fuga a due. Regista di cortometraggi (il suo “Il torneo” del 2008 ha vinto il Nastro d’Argento ed è stato proiettato in concorso al Tribeca Film Festival), nonché attore di serie televisive di successo, Michele Alhaique, qui al suo esordio nel lungometraggio, costruisce un noir inconsueto incentrato su due figure marginali bisognose di affetto, capaci, insieme, di costruire l’inizio di un qualcosa aperto alla speranza. Fra le tematiche presenti nel racconto si segnalano: il desiderio di riscatto da una vita già scritta, la vendetta, l’onore, ma anche eros e thanatos, in una sorta di tragedia della periferia. Dal punto di vista del linguaggio cinematografico il film non presenta particolari ricercatezze e formalismi, anzi, l’insieme appare facilmente decodificabile. Il pur bravo Pierfrancesco Favino, appesantito per l’occasione, non sembra poi così in parte come nelle prove precedenti.
Orizzonti
ICH SEH, ICH SEH (Goodnight mommy) di Veronika Franz, Severin Fiala (Austria, 99')
Con: Susanne Wuest, Elias Schwarz, Lukas Schwarz
Una solitaria casa nel bosco della provincia austriaca. Due vivaci gemellini di dieci anni e la mamma che torna a casa da un intervento di chirurgia plastica, col volto coperto dalle garze. Ma è veramente la mamma quella che si nasconde dietro le medicazioni e che sembra non avere lo stesso carattere della donna di prima? Giocando ad irretire lo spettatore in una storia che parte come favola inquietante dal coté psicologico e vira via via verso il thrilling, l’horror e la ghost story, il duo di registi austriaci imbastisce un racconto complesso (con insistite crudezze ed un climax di violenza per taluni disturbante), dove scenografia, fotografia e sapiente uso delle luci (tutte freddissime, quelle degli interni) concorrono ad inquietare lo spettatore. L’inaspettata rivelazione finale (che ha spiazzato molti fra il pubblico), in effetti è anticipata da tanti piccoli indizi ben nascosti sparsi durante il racconto. Ancora una volta la famiglia si rivela luogo di orrore.
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