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Fuori dal coro 2013
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.
Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2013.
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05/09/2013
Gioco di Squadra
Rieccoci qui con il nostro lavoro di squadra targato Sentieri di Cinema: mentre un “redattore” deve allontanarsi da Venezia per impegni di lavoro, ne subentra un altro…
E per oggi son tre le nuove proposte di Fuori dal Coro. Occupiamoci di cinema e lasciamo da parte le polemiche tra ammiratori e detrattori del film di Amelio, che tengono banco in tanta stampa.
Primo appuntamento della mattina (ma per chi scrive era il secondo a causa di un “recupero” finalizzato al giudizio per il premio Lanterna Magica) è con la sezione Orizzonti. Convince, malgrado alcune soluzioni di composizione e di montaggio da rivedere e approfondire, il kazaco LITTLE BROTHER di Seric Aprymov, regista apprezzato in patria e spesso presente ed anche premiato in diversi festival. Seguendo la sua naturale inclinazione per il racconto di formazione l’autore asiatico ci propone la vicenda del piccolo Yerken, 9 anni, che vive solo in un villaggio di montagna a causa della morte della madre, dell’abbandono del padre. Anche il fratello maggiore vive lontano per studiare. IL breve ritorno a casa di quest’ultimo genera una serie di vicende che porteranno il protagonista a confrontarsi con l’ipocrisia e l’opportunismo degli adulti, incapaci di assumersi quelle responsabilità che esigono da lui, La crescita di Yerken sarà all’insegna della coerenza, al cospetto dei suoi “cattivi maestri”. Pur girato con impianto realista, il film è ricco di pennellate visive e suggestioni che aggiungono un tocco poetico.
Attesissimo in concorso, torna al Lido il maestro taiwanese di origine malese Tsai Ming Liang, Leone d’Oro 1994 con “Vive L’Amour”, ma caro ai festivalieri anche per “Goodbye Dragon Inn”, inedito in Italia, ma premiato dalla critica a Venezia 2003.
STRAY DOGS (alla lettera: cani randagi) è il titolo con cui compete per il Leone 2013. Molto calda l’accoglienza in Sala Grande con un lungo applauso a fine proiezione.
Una serie di lunghe inquadrature (long take), talvolta vere e proprie piano sequenze, per lo più con la camera fissa, tratteggia la vicenda di una famiglia allo sbando (sono loro i “cani randagi” del titolo). L’impianto narrativo, volutamente lacunoso nel descrivere gli avvenimenti, rivela poco a poco un intento poetico sviluppato in chiave di metafora. L’immagine, estremamente curata, apparentemente non muta, ma si carica sempre più di tensioni che confluiscono in eventi minimi, ma significativi. Raffinata la composizione di ogni inquadratura verso un finale in cui è possibile scorgere, oltre la notte, la possibilità di un’alba diversa.
Terza proposta, per le giornate degli Autori, è TRAITORS, un film che mescola i generi, e da un regista originario di Boston ma trapiantato in Marocco ce lo si poteva anche aspettare. La storia è quella di Malika, leader del gruppo punk-rock Traitors di Tangeri, alla ricerca dei soldi per registrare un demo musicale. In conflitto con i genitori, la ragazza si rivolge a dei trafficanti di droga… Il film inizia con uno stile realistico, poi vira verso il noir per chiudere in salsa rosa con una sorta di happy ending. Troppi personaggi accennati ma non sviluppati; troppe situazioni potenzialmente intriganti che nel corso del film si sviluppano secondo logiche seriali. Non mancano alcuni segnali positivi ma ci sembra poco.
E per questa sera è tutto… ripasso la linea (per domani) al primo “redattore”.
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