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Sito ufficiale della Mostra. Vi si trova il calendario e molto altro materiale di presentazione.

 

 

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Fuori dal coro 2013

Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.


Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2013.

 

30/08/2013 Buoni e cattivi maestri

Per le curiose ed imprevedibili alchimie che governano la posizione delle singole pellicole nella sequela dei giorni di proiezione, raramente capitano vicine due giornate mediamente piacevoli. Quando questo accade, soprattutto nei primi giorni di Mostra, evidentemente l’approccio del pubblico e della critica è più benevolo e accondiscendente anche perché, data la naturale propensione al “crescendo” che anche un evento come la Mostra del Cinema deve rispettare, se il primo impatto è buono, i prossimi giorni si attendono cose più che egregie. Staremo a vedere. Intanto, anche oggi, le forze hanno consentito una composita cinquina che attraversa tutte le Sezioni principali di Venezia 70.

Il buongiorno l’ha dato la pellicola della Selezione ufficiale dei film in concorso: JOE di David Gordon Green. Amicizia, violenza, redenzione e formazione nella cornice del Texas rurale popolata da anime perse e disilluse. Nicolas Cage, abbandona la monoespressione tipica e costruisce un personaggio a metà fra il cowboy vecchio stampo e l’eroe maledetto della narrazione contemporanea. Joe, un ex galeotto attaccabrighe, ma di buon cuore, prende sotto l’ala protettrice una ragazzo bisognoso di lavoro e di una figura paterna un po’ più stabile del disgustoso genitore alcolizzato violento e assassino che si ritrova. Nasce un’amicizia e l’occasione di un doppio riscatto. Gary Hawkins trae la sceneggiatura dal romanzo omonimo del defunto Larry Brown. Grazie ad una regia attenta nel dosaggio dei vari registri (dal dramma al thriller sino alle atmosfere più leggere e scanzonate di un paio di sequenze), della visione rimane il tono lirico da film-ballata e una galleria di personaggi appena abbozzata ma riuscitissima. Piacevolmente smentiti, dunque, i pregiudizi del giorno prima sul “solito film con Nicolas Cage”. Da rivedere e segnalare per eventuali rassegne.

Attesissima la pruriginosa proiezione del Fuori concorso THE CANYONS di Paul Schrader con la sciroccatissima Lindsay Lohan e il divo del porno americano James Deen. Nella Los Angeles di oggi, un gruppo di giovani coinvolti a vario titolo nella produzione di un film di serie B si affronta a colpi di ripicche sessuali, incastri emotivi, vendette incrociate, paranoia e crudeltà gratuite. Lo sceneggiatore di Taxi driver; L’ultima tentazione di Cristo; American Gigolo, vera e propria icona vivente della generazione che diede vita alla Nuova Hollywood, mette (letteralmente) tanta carne al fuoco (forse anche troppa) e sforna un noir all’ultimo momento quando meno te lo aspetti. Peccato per alcune soluzioni narrative che strappano il sorriso al momento sbagliato. Qualche fischio e “buata” alla prima proiezione della Stampa e degli accrediti Industry. Peccato, perché quel prologo così insistito sui cinema abbandonati come cattedrali nel deserto lasciava intravedere ben altri sviluppi e la stessa sceneggiatura di Bret Easton Ellis aveva ingolosito i più.

Il palato si stuzzica di nuovo, nel primo pomeriggio con lo sloveno CLASS ENEMY dell’esordiente Rok Biček. In primo piano il rapporto teso fra una classe di studenti e il nuovo professore di tedesco. Quando una ragazza, inspiegabilmente, si suicida, tutta la classe si coalizza nell’indicare il prof come causa scatenante. Si generano così dinamiche contraddittorie che coinvolgono, oltre agli studenti, gli altri insegnanti e il gruppo dei genitori in un disvelamento di visioni sempre poco definite. Il regista ha dichiarato di essersi ispirato ad alcuni fatti realmente accaduti nella scuola che frequentava da ragazzo. Il tema della scuola e del rapporto educativo viene trattato in maniera originale e adulta (distante anni luce dalle commedie adolescenzial-scolastiche di tanto cinemino nostrano). Colpisce la padronanza del linguaggio cinematografico, la fermezza nel dosare emozioni ed il gusto per un’estetica rarefatta e antispettacolare. Esplosione di applausi in Sala Darsena per una film che è difficile da dimenticare.

A seguire, in un crescendo di suggestioni positive, BETHLEHEM di Yuval Adler. Diciassettenne palestinese intreccia un rapporto di fiducia con un agente del Mossad diventando un informatore dei servizi segreti israeliani. Ma la sua famiglia e tutto il contesto in cui vive sono lacerati dal comune odio per gli ebrei pur nelle diverse fazioni di Hamas e brigate di Al-Aqsa… Regista israeliano, sceneggiatore palestinese per un film che provoca lo spettatore senza consolarlo con giudizi e preconcetti, anzi, rimanendo in bilico sul filo che separa i contrasti dalle ambiguità, i “buoni” dai “cattivi”, il tutto in uno scenario socio-politico di lacerante attualità. Il cast di attori non professionisti restituisce una galleria di personaggi riusciti e commoventi da entrambe le parti.

Il tema della formazione e della crescita (nel bene e nel male), ritorna anche nella quinta pellicola visionata durante giorno, IL TERZO TEMPO, di Enrico Maria Artale, palesandosi quale vero e proprio fil rouge di questa seconda giornata di Mostra. Sottratto al carcere minorile per essere affidato ai servizi sociali presso un’azienda agricola, Samuel, ragazzo difficile e disadattato, tramite il supervisore del programma di recupero, incontra il mondo del rugby. Il rapporto teso con Vincenzo, ex stella della palla ovale in crisi esistenziale dopo la morte della moglie, sarà occasione di riscatto, crescita personale (per il giovane) e maturazione (per l’adulto). La gioventù rubata, il carcere, lo sport, la squadra, la famiglia, la commedia dei sentimenti, tutto si intreccia nei brevissimi, ma intensi, 96’ di proiezione. Una narrazione dolente nella prima parte, ma che, seguendo il punto di vista del protagonista (dapprima rinunciatario), si colora di vivacità e dinamismo nella seconda parte. Belle le sequenze di partita (ma del resto, Artale aveva già girato, nel 2010 il corto “I giganti dell’Aquila”, dedicato proprio alla locale squadra di rugby). Una buona pellicola per concludere la prima decina di film visionati.

Buona notte.

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