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Fuori dal Coro 2010
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presente in laguna racconterà su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 1 fino a sabato 11 settembre, giorno delle premiazioni. Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2010.
Queste pagine sono fruibili anche dal Sito ufficiale del CGS Nazionale, all'indirizzo: www.cgsweb.it
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09/09/2010
Dopo la tempesta
Finalmente, sembra che la perturbazione che ha caratterizzato negativamente questa 67 Mostra del Cinema di Venezia si stia allontanando. In verità, nel pomeriggio di oggi, qualche nube da nord ha provato a schermare il sole da poco ritornato a baciare il red carpet intriso d’acqua dalla notte precedente. A festeggiare il ritorno dell’astro maggiore, puntuali, i festivalieri hanno risposto col riversarsi in massa sulle terrazze dell’Excelsior (e gli annessi esclusivi gazebo), da troppi giorni intristite sotto raffiche di vento e vieppiù immalinconite dalla consueta frequentazione di esemplari da copertina. Avvicinandosi la conclusione della Mostra si fa più vivace il cicaleggio circa le previsioni del vincitore e mai come quest’anno si attende il verdetto della Giuria per spettegolare sul peso avuto dalla presidenza di Tarantino. Intanto, la giuria della selezione “Controcampo Italiano” ha assegnato il suo favore al film 20 SIGARETTE di Aureliano Amadei.
Ma veniamo alle visioni della giornata. Si parte con la pellicola in concorso: 13 ASSASSINS di Takashi Miike. Il prolifico regista giapponese (al suo attivo più di 80 pellicole a cavallo di generi diversi), quest’anno molto presente in Mostra, regala al pubblico un classico film di samurai dal ritmo lento e pensoso nella prima parte, piuttosto concitato nella seconda, laddove si costruisce una delle scene più belle di battaglia corpo a corpo, fra quelle viste nelle produzioni degli ultimi anni. Molto giocato sulla bravura e l’atleticità degli attori, il film non presenta azioni iperspettacolari né si fregia di colori accesi o fotografia ammiccante, tutt’altro, la cifra sembra essere quella della pellicola d’altri tempi. Applausi a scena aperta, in sala, e accoglienza più che positiva alle due proiezioni previste.
Sempre per la selezione ufficiale dei film in concorso, delude l’atteso film di Saverio Costanzo, LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI. Dall’omonimo romanzo di Paolo Giordano, vero e proprio caso letterario, Saverio Costanzo e Paolo Giordano traggono la sceneggiatura che illustra la doppia vicenda di Alice e Mattia, entrambi segnati da eventi tragici che ne hanno condizionato l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. Il pur bravo autore di “In memoria di me” sembra faticare nel maneggiare con prudenza il materiale di partenza. Sospensioni, dilatazioni, rarefazioni ed improvvise ellissi temporali non permettono allo spettatore di gustare i risvolti del semplice racconto e i personaggi appaiono appena abbozzati, quel tanto per suggerirne le caratteristiche principali. Molto inquietante e straniante il commento sonoro a cura di Mike Patton. Al termine della proiezione riservata a stampa ed accrediti professionali, non sono mancate plateali manifestazioni di dissenso.
Ancora per la selezione ufficiale dei film in concorso, stupisce ed intriga (ma si son notati anche diversi assopiti… forse l’ora post prandiale): ROAD TO NOWHERE, di Monte Hellman. Regista discontinuo (piuttosto attivo negli anni ’60, poi scomparso fino ai primi anni del 2000), Hellman divide l’attività cinematografica con quella di insegnante di regia. Risultando fra i produttori di “Le iene”, ha avuto l’omaggio della presenza in sala del Presidente della Giuria, Mr. Tarantino in persona. Il film racconta la storia di un regista ossessionato da una vicenda drammatica reale da cui vorrebbe trarre il soggetto per un film e, successivamente, dall’attrice scelta per interpretarlo. La pellicola è un gioco di scatole cinesi (un film su un film su un film…) solo a tratti ben realizzato a causa di una sceneggiatura intricata e ad alcuni incastri non sempre risolti. Tuttavia si apprezza la fantasia nel perseguire un plot così intricato ed un buon occhio per la scelta degli attori.
Ultima visione della giornata: COGUNLUK di Seren Yuce. Laureato in archeologia ad Ankara e solo successivamente approdato alla produzione televisiva come assistente alla regia, il giovane regista di Istambul racconta i pregiudizi culturali, la visione maschilista della società e la scarsa considerazione delle figure femminili, nella Turchia che si apre all’Europa. Appena venato di ironia nella costruzione del personaggio maschile, il film nasconde una visione molto pessimistica del presente senza negare una minima possibilità alla speranza, che si manifesta nella rottura degli schemi. Una buona prova.
A domani con il penultimo aggiornamento.
Alberto Piastrellini
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