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Fuori dal coro 2004
Un appuntamento giornaliero fra critica, commenti, news, gossip e quant'altro ancora direttamente dalla 61a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia a cura del nostro inviato Alberto Piastrellini
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09/09/2004
Giornata tranquilla... per ora
Bentrovati. Alla trentottesima pellicola visionata comincio a sentire il bisogno di allentare un poco il ritmo frenetico delle visioni. Questa mattina mi limito a quattro pellicole riservandomi la possibilità di visionarne altre due in orari notturni. Comincio con The Tulse Luper Suitcases. Part Three: From Sark to Finish. Si conclude la visionaria trilogia di Peter Greenaway a cavallo fra Cinema, Teatro, Vita, Sesso, Morte, Storia, Scienza, Architettura, Numeri e Uranio… Gli eccessi estetici sono un po’ smorzati rispetto alle due parti precedenti ma l’insieme è comunque una festa per gli occhi, un gioco incredibile di meta-linguaggio che affascina, stupisce (per qualcuno, sicuramente, annoia), da parte di un Autore fra i più interessanti e originali della vecchia Europa. Ancora suggestioni coreane con Haryu insaeng di Im Kwon-taek. Sullo sfondo della rivoluzione coreana e delle rivolte militari e studentesche che si susseguirono fra gli anni ’60 e i primi anni ’70 si dipana una storia di mafia e corruzione politica. Alcuni momenti felici riscattano un prodotto sostanzialmente nella media ma il pubblico accoglie il film in maniera piuttosto fredda. Al contrario Criminal di Gregory Jacobs (rifacimento della pellicola Neuve reinas) ha raccolto entusiastici applausi e favorevoli commenti in sala. Merito di una sceneggiatura furbetta, di una trama accattivante (la storia di due truffatori, allievo e maestro alle prese con il colpaccio risolutivo), del pregevole duetto John C. Reilly – Diego Luna, di una verve di fondo piacevole e sbarazzina. In programma oggi, fuori concorso, anche un altro degli italiani più attesi. E anche questo, parliamo de L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati, non entusiasma. Molto brava Maya Sansa, piuttosto opaco Accorsi, in una storia d’amore che abbraccia un decennio italiano (dal 1936 al 1945). In questa narrazione, tratta da “Una relazione” di Carlo Cassola, tradimento, abbandono, sogno di una vita diversa si intrecciano con ritmo dilatato: l’attesa appare condizione che rende credibile e realizzabile l’amore contrastato. Questa sera in programma l’ultimo lavoro dell'ultranovantenne Manoel de Oliveira espressamente invitato a Venezia per ricevere l’omaggio del Leone d’Oro alla Carriera e il thriller italiano di Eros Puglielli, Occhi di cristallo, dei quali tratteremo nell’aggiornamento di domani.
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