|
Fuori dal coro 2004
Un appuntamento giornaliero fra critica, commenti, news, gossip e quant'altro ancora direttamente dalla 61a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia a cura del nostro inviato Alberto Piastrellini
|
|
06/09/2004
Un po' di ritardi...
Forse questa 61a edizione della Mostra di Venezia (la migliore degli ultimi dieci anni, secondo le un poco avventate parole dette all'inaugurazione dal Direttore Narco Muller), sarà ricordata come quella che ha accumulato il più alto numero di proiezioni iniziate in ritardo degli ultimi tempi (comunque un record...) Film che terminano alle quattro di mattina, proiezioni notturne che slittano di un'ora e mezzo; insomma un disagio notevole per chi poi dorme 3 ore e mezzo per notte..! Consoliamoci col Cinema, almeno quello che si riesce a vedere... Cominciamo con Ovunque sei, di Michele Placido. Dopo lo scivolone, lo scorso anno, con Un viaggio chiamato amore, la parabola del regista continua nell'inesorabile discesa. Da un'idea di partenza che poteva essere anche buona, Placido trae una pellicola imbarazzante, sbeffeggiata dal pubblico; un gran peccato anche la prova del cast. Grande risultato artistico, potenza di linguaggio, onestà nel trattare freddamente un tema coinvolgente come quello dell'aborto caratterizzano invece l'ultima prova dell'inglese Mike Leigh, Vera Drake. Fotografia fredda, interpretazione di gran livello, sceneggiatura asciutta. Assolutamente da non perdere (azzardo una previsione: in lizza per il Leone). Familia Rodante, pellicola argentina di Paolo Trapero, inserita nella sezione Orizzonti, acchiappa favorevolmente la platea della Sala Grande nella proiezione mattutina. Piace il montaggio brioso, la capacità di muovere la macchina da presa nello spazio angusto di un camper nel quale si dipana la storia dei dodici personaggi protagonisti. Bella la riflessione sul ruolo dell'anziano nella famiglia. Sempre dall'area sudamericana la bella pellicola di Alejandro Agresti, Un mundo menos peor (Un mondo meno peggiore), la storia di un amore che rinasce sullo sfondo della crescita interiore dei personaggi di confronto. Il messaggio: se non puoi ottenere un mondo migliore lavora almeno per un mondo meno peggiore! Standing ovation alla proiezione pomeridiana del film Tout un hiver sans feu, una riflessione rigorosa sulla coppia e il rapporto d'amore quand'anche funestato dalla perdita di un affetto. Emozionante la fotografia, montaggio e sceneggiatura di gran livello. A domani per le novità di questa sera e della giornata...
________________________________
Segnala
ad un amico
|