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Fuori dal coro 2006
63. Mostra Int.le d'Arte Cinematografica
La 63. edizione della Mostra si svolgerà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2006. Secondo la consolidata articolazione, i film in concorso per il Leone d’Oro verranno presentati nella sezione VENEZIA 63, alcune delle opere più importanti dell’anno saranno proposte FUORI CONCORSO, mentre la sezione ORIZZONTI documenterà le nuove linee di tendenza del cinema.
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11/09/2006
Passata è mezzanotte
(Riflessione finale di Alberto Piastrellini)
“Passata è mezzanotte, si spengono i rumori…” Le note malinconiche e la voce di Domenico Modugno sbocciano in un angolo della mente mentre, a sangue freddo, cerco di tracciare un bilancio consuntivo di quest’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e, allo stesso provo a dare la mia personale pagella.
LOGISTICA: 7 Supera di poco la sufficienza. Se la facilità di accesso riservata agli Accrediti “Professional”, Industy e Press ci ha evitato l’abbruttimento di code estenuanti e rinunce dell’ultimo minuto, ciò non è valso per i molti, appassionati cinefili, accorsi al Lido muniti del solo Accredito “Culturali”. Sembra quasi che, ad anni alterni, la direzione della Mostra, provi un piacere perverso nell’accreditare il maggior numero possibile di persone quando poi non riesce a garantirne l’effettivo accesso in Sala. Quest’anno, poi, in cui si è registrata una palese flessione nel numero dei partecipanti, ci si è accaniti nel rispetto letterale delle regole, per cui, alle proiezioni in cui i “culturali” non sarebbero dovuti entrare (a differenza di anni in cui ci si è attenuti alla logica degli ingressi “a esaurimento posti dopo gli accrediti con precedenza”), effettivamente i tapini con cartellino verde, sono rimasti fuori… Risultato: parecchie proiezioni con sale semivuote e gente scontenta fuori! Ci si chiede il perché di tanta miopia.
ACCOGLIENZA: 5 Sempre più la Mostra del Cinema di Venezia diventa “evento per pochi”. Prezzi gonfiati, alberghi e posti letto a prezzi decenti sono introvabili. Remota possibilità di ristorarsi senza procedere ad un salasso del portafogli. Anche la “Lido Pass” (carta-sconto per locali convenzionati con la Mostra, peraltro concessa ai soli accrediti “nobili”) ci è sembrata uno “specchietto per allodole”, dal momento che gli orari della manifestazione non consentono grandi pause da dedicare a conviti e banchetti… Per il resto, baretti e banchetti propongono il solito menù “take away” fatto di toast, panini, hot dogs e tutto quello che uno vorrebbe evitare per la propria salute.
EVENTI: 4 Finiti i soldi, finiti i tempi in cui alla fine della giornata e delle proiezioni si poteva usufruire di spazi di relax, concerti spettacoli gratuiti e festicciole improvvisate sulle spiagge Per contro si è assistito ad una fioritura di feste private (rigorosamente ad invito), party glamour, ricercatissime feste per pochi (Nikky Beach, Excelsior, Des Bains ma anche largo utilizzo di barche e yacth privati…) dove il Cinema è solo una scusa.
CINEMA: 4 – 5 Ahimè la nota più dolente di questa 63° edizione del Festival. Drastica riduzione delle pellicole in catalogo, caratterizzazione inspiegabilmente “orientale”, media d’insieme piuttosto bassa con qualche sparuto guizzo (a titolo di onestà ammetto di aver visionato 43 pellicole) A difendere la bandiera del Cinema europeo pochissimi autori (ancor meno gli italiani, che si consolano con la buona prova di Emanuele Crialese) capeggiati dal novantottenne Manoel de Oliveira (che si difende benissimo ma passa inosservato) e dal decano della Nouvelle Vague, Alain Resnais, che strappa comunque un riconoscimento ufficiale. Perplessità per i citatissimi Jean-Marie Straub e Danièle Huillet che sbarcano al Lido con una pellicola quasi imbarazzante accompagnati da dichiarazioni quanto meno “curiose”. L’attesissimo Leone d’Oro alla Carriera, David Lynch abusa della pazienza e dell’intelligenza del pubblico con una logorroica produzione autoreferenziale e compiaciuta di cui si fatica a vedere il costrutto. Ma tanto la pellicola non va “capita”, va “assaporata”…. Peccato che la degustazione va avanti per tre ore e un quarto. Sul fronte dei “nuovi” autori strappano applausi e consensi positivi Kenneth Branagh, Stephen Frears e Alfonso Cuarón.
GIURIA: N.C. Faville sulla carta: Catherine Deneuve, José Juan Bigas Luna, Paulo Branco, Cameron Crowe, Chulpan Khamatova, Park Chan-wook, Michele Placido. Hanno spiazzano tutti, critica e pubblico, con una serie di giudizi quasi incomprensibili se non in una logica di “innamoramento” o, peggio, in un contesto di alchimie e bracci di ferro con le produzioni. Alla fine tutti contenti e arrivederci all’anno prossimo.
…. “Si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè” Le luci sul lungomare sembrano affievolirsi nel chiarore di un’alba triste; gli sparuti negozi sul Gran Viale tornano ad assopirsi nell’ovattata foschia lagunare. Mentre un fresco vento da est anticipa un poco il prossimo autunno e sollevando spirali di sabbia scuote da fronde e capelli gli ultimi ricordi della premiazione finale, un uomo in abito da sera torna alla sua camera da cinque stelle… Un anno è finito, un altro anno arriverà!
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