Eccomi qui, ancora una volta a fine giornata (l’una del mattino è già passata da un bel pezzo), a tirare la somma di questo ennesimo giorno di Mostra. Anche oggi il tempo inclemente ha infierito sul Lido ormai in piena sindrome autunnale: mare mosso, vento gelido, incongrui sandaletti e infradito esibiti stoicamente da irriducibili coi piedi cianotici e prossimi al congelamento. Come se non bastasse, da qualche giorno nelle Sale della Mostra, già rinfrescate dal calo di temperatura, tira un’aria condizionata insopportabile che si insinua come lama fra le poltroncine e attenta all’integrità di indifese cervicali… Già qualche pashmina (un omaggio all’India di The Darjeeling Limited?) ha fatto la sua comparsa alle proiezioni notturne. In questo clima novembrino che ispira al vino novello piuttosto che allo Spritz, si consumano le ultime, frenetiche proiezioni che potrebbero decidere le sorti di questa sessantaquattresima edizione del Festival.
La mattina si apre con l’ultima fatica del nonagenario Manoel De Oliveira (classe 1908): CRISTOVÃO COLOMBO – O ENIGMA. Il regista di Oporto, da molti anni appassionato frequentatore della Laguna, regala al Cinema un’altra perla del suo personale ed inesauribile forziere; una riflessione originale sull’origine portoghese dello scopritore delle Americhe. L’indagine storica, tuttavia, diventa la cornice per un sottile omaggio alla fedeltà e all’amore coniugale (dell’ultimo capitolo del film sono protagonisti lo stesso regista e la moglie). Da ammirare ed ascoltare rispettosamente come il racconto di un anziano di famiglia.
L’altro film in concorso della mattina, EN LA CIUDAD DE SYLVIA dello spagnolo José Luis Guerin, porta sullo schermo la storia di un giovane che vaga per Strasburgo alla ricerca di una ragazza conosciuta al bar sei anni prima… La pellicola, di cui si apprezzano certe scelte di inquadratura (soprattutto nei numerosi primi piani), ha diviso il pubblico e la critica per via delle numerose dilatazioni temporali, la scelta di riprendere in tempo reale, l’esilità della trama e la sceneggiatura più che minimale. Qualcuno vi ha ritrovato il ricordo di un delicato romanticismo d’antan.
Nella sezione “Orizzonti”, invece, abbiamo apprezzato DIE STILLE VOR BACH dello spagnolo Pere Portabella (regista impegnato politicamente sin dagli anni ’60). Il film ha una doppia struttura che procede parallela: da un lato frammenti di ricostruzione di episodi marginali della vita del grande compositore tedesco, dall’altro sequenze contemporanee che sembrano non avere alcun rapporto di causa/effetto con gli “episodi” in costume. L’intento del regista (a tratti non sempre decodificabile) è quello di identificare la musica immortale del “kantor”di Lipsia come legante delle varie identità europee. Di grande impatto (soprattutto sonoro) alcune sequenze che vedono coinvolti più musicisti in località desuete.
La quarta pellicola visionata, fra le più attese nella rosa dei film italiani qui in mostra, è stata la frizzante opera seconda di Sabrina Guzzanti: LE RAGIONI DELL’ARAGOSTA. Una fiction arguta che utilizza vari elementi del cast di “Avanzi” per propugnare l’idea di un serio impegno politico e sociale, magari a partire da un semplice spettacolo. Standing ovation in Sala, prima e dopo il film (tra l’altro introdotto dall’intervento di un fin troppo entusiastico Citto Maselli in vena di superlativi e paragoni quantomeno azzardati). Chapeau per Cinzia Leone che si produce in una scena di grande tensione emotiva, per tutti, applausi e risate a “scena aperta”. Tuttavia un paio di domande sono legittime: che ci fa un prodotto di questo tipo alla Mostra del Cinema, e soprattuto può definirsi - come qualcuno ha fatto - un film "coraggioso"?
La giornata si è infine conclusa con la mesta pellicola KAROY del kazako Zanna Issabeva. La storia è quella di uno sfaccendato approfittatore truffaldino che riscopre il dramma del dolore e della pietà nel momento in cui si trova ad assistere la madre malata terminale. Si apprezza la fotografia e qualche taglio di luce, soprattutto nelle sequenze notturne (che negli interni ricordano le suggestioni dei pittori luministi), tuttavia nell’insieme la pellicola non sembra aver fatto preso sul (poco) pubblico presente.
E con queste ultime righe si conclude anche questo ottavo giorno di Mostra. Domani la cinquina si preannuncia piuttosto interessante e speriamo di non esserne delusi. A presto.