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Fuori dal Coro 2007
64. Mostra Int.le d'Arte Cinematografica
La 64. edizione della Mostra si svolgerà al Lido di Venezia dal 29 agosto all'8 settembre 2007. Secondo la consolidata articolazione, i film in programma alla Mostra sono suddivisi nelle sezioni VENEZIA 64, i cui film gareggiano per il Leone d'oro, FUORI CONCORSO, ORIZZONTI, e CORTO CORTISSIMO. La speciale sezione monografica STORIA SEGRETA DEL CINEMA ITALIANO, giunta alla quarta edizione, sarà dedicata al Western all'italiana con Quentin Tarantino quale "padrino" dell'iniziativa.
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02/09/2007
Domenica al sole
Ed eccoci giunti al termine della prima “settimana” di programmazione della 64a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Puntuale, come ogni anno, si è ripetuto il disagio per tanti Accreditati che si sono visti negare l’accesso alle proiezioni per consentire la fruizione delle stesse al numeroso pubblico pagante che, complice il week end, accorre in massa richiamato dal miraggio del red carpet e dalla remota possibilità di finire nell’inquadratura di qualche TG. Un bisogno, quest’ultimo, talmente impellente da costringere giovanissimi e maturi ambosessi ad un bivacco continuo davanti al Palazzo del Cinema, che inizia alle 8:30 e prosegue indefesso (anche col sole impietoso o la bora che sferza da nord) sino all’ultima “passerella” prima di mezzanotte.
Per ritornare invece all’impossibilità di accedere ad alcune proiezioni durante i giorni “più caldi”, bisognerebbe analizzare i contorti lambiccamenti di chi gestisce la logistica del Festival… Un anno si organizzano delle priorità di accesso in base ai bisogni (presunti) delle diverse tipologie di accredito; un anno, come questa volta, nell’illusione di non scontentare nessuno si consente l’accesso ad alcune proiezioni a tutti gli accrediti senza alcuna distinzione di priorità (tranne quando questo “cozza” con la presenza del pubblico pagante). In teoria potrebbe anche funzionare se non fosse che accrediti diversi comportano un costo diverso che va sostenuto in anticipo senza alcuna garanzia. Il problema fondamentale di Venezia è la massiccia partecipazione di gente a fronte dell’esigua capacità e dallo scarso numero delle Sale. Un problema che, di qui a qualche anno dovrebbe risolversi con la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema, la soluzione a lungo attesa che sembra finalmente vedere una realizzazione (per ora si parla del 2011).
Ma insomma, se tanta gente è disposta ad orari massacranti da turno in miniera; ad alimentazione precaria e “salata” (a fronte della scarsa qualità); a faticose soluzioni d’ospitalità; al vagabondaggio serale alla ricerca di una pizzeria aperta dopo le 22:30… ci chiediamo se Venezia (La città, la Provincia, la Regione e i tanti commercianti e soggetti beneficiari dell’indotto) la voglia veramente questa Mostra del Cinema (salvo poi lamentarsi quando all’orizzonte spuntano altrove altre manifestazioni potenzialmente concorrenziali).
Tornando al problema della logistica degli accessi, questo ha comportato per noi lunghe ore di vana attesa e la conseguente visione di sole due pellicole in questa domenica di fine estate, dalla temperatura mite e dall’atmosfera rilassata che invitava alla deboscia e al passeggio. Comunque una terza possibilità è rappresentata dall’ultima proiezione notturna di cui daremo conto nel “pezzo” di domani.
Alle 8:30, al PalaBiennale, il film in concorso IN THE VALLEY OF ELAH di Paul Haggis. Il regista di “Crash” porta al Lido un prodotto valido che stimola ed intriga lo spettatore avvolgendolo in un meccanismo narrativo molto ben congegnato cui si prestano le ottime capacità interpretative di un solido Tommy Lee Jones, di un’energica Chalize Theron e di una brava – ancorché confinata in un ruolo secondario - Susan Sarandon. La storia è quella di un’indagine “privata” che a poco a poco rivela particolari inquietanti legati alla partecipazione dei giovani americani alla guerra in Iraq. Ottima la sceneggiatura dello stesso Haggis, che procede per disvelamenti successivi, in parte occultati da una parziale destrutturazione dei piani temporali. Come già analizzato in altre pellicole di questo catalogo, la considerazione più dolorosa che emerge dalla visione con è tanto quella legata all’orrore generico della guerra, quanto alla perdita del senso dell’orrore che la “normalizzazione” di questo fenomeno induce.
La seconda pellicola visionata è stata l’atteso IT’S A FREE WORLD dell’inglese Ken Loach. Il regista che più volte ha portato sul grande schermo le problematiche sociali legate al mondo del lavoro e alla rivendicazione dei diritti dei lavoratori, ritorna sul tema sviluppando la questione della precarietà e delle ingiustizie che si celano dietro le agenzie interinali che “trovano lavoro” agli immigrati, di fatto facendo il gioco degli sfruttatori. L’amara vicenda vede le vittime dei licenziamenti diventare i carnefici di ulteriori disoccupati in un perverso gioco di simmetrie in cui il singolo, in ossequio ad una società sempre più solo consumistica, tende alla soddisfazione del proprio interesse ignorando quello della più ampia comunità fino al punto di calpestare le più basilari regole di convivenza civile. Un affresco livido e freddo della società contemporanea e dei suoi “mostri”.
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