Passato il giro di boa dei primi cinque giorni e lasciato alle spalle il tiepido week end, con questo lunedì inizia l’ultima, intensa, settimana qui al Lido. Ancora troppo presto per azzardare previsioni anche se un po’ ovunque spuntano classifiche “fai da te” fatte di pallini, stelline, faccine… Per adesso noi ci limitiamo a qualche indicazione in merito alle pellicole visionate durante questa intensa giornata dal ritmo sostenuto e dalle variegate suggestioni.
Intanto, per concludere il lavoro lasciato in sospeso ieri, diciamo subito che la pellicola “notturna” della domenica: THE DARJEELING LIMITED di Wes Anderson, ha contribuito notevolmente a rasserenare l’umore ingrigito dalle polemiche per i mancati ingressi. Tuttavia la comicità assurda e grottesca dell’autore di “I Tenembaum” e “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” sembra un po’ fuori luogo in una Mostra che, almeno quest’anno, sembra caratterizzata da uno spirito serioso e inamidato. Grande cura posta nell’allestimento “vintage”, nei costumi della “nostra” Milena Canonero, nella recitazione stralunata del trio Owen Wilson-Adrien Brody-Jeson Schwartzman (che nei credits figura anche come co-sceneggiatore a fianco dello stesso Anderson e di Roman Coppola).
Il lunedì si è aperto con un’altra pellicola “leggera”: THE NANNY DIARIES di Robert Pulcini & Shary Sprinter Barman (ripresa straordinaria dopo la deprecata cancellazione della proiezione mattutina del film di Woody Allen). Un film dall’impianto classico dove il personaggio principale, passando attraverso una serie di prove riesce a realizzarsi. Tuttavia i due registi (con un prestigioso passato di diverse candidature agli Oscar tanto per la fiction quanto nel documentario), giocano ad inserire gustose trovate di sceneggiatura (l’ombrello di Mary Poppins in chiave post-moderna, i diorami delle varie “specie” di mamme metropolitane “esposti” al Museo di Scienze Naturali…), che riscattano un prodotto altrimenti piuttosto prevedibile. L’ormai onnipresente Scarlett Johansson, nel ruolo inconsueto di una tata di periferia catapultata nella giungla modaiola dell’Upper West Side, soffre un poco del confronto con gli scafati Laura Linney e Paul Giamatti.
Nella sezione “Giornate degli Autori”, strappa pareri discordanti la pellicola italiana: VALZER di Salvatore Maira. Preceduto dall’autorevole presentazione di Citto Maselli, il film (costituito di un unico piano-sequenza) mostra il miglior lato di sé proprio dal punto della regia. Si sottolineano positivamente gli accorgimenti scenici e le trovate che consentono alle varie micro-storie di procedere senza soluzione di continuità. Peccato che il punto dolente del prodotto sia costituito dalla recitazione poco convincente di parte del cast (ad esclusione di un bravo Maurizio Micheli), purtroppo una costante negativa di parecchio cinema nostrano.
A risollevare gli animi dei festivalieri c’è voluto il carisma di un decano del cinema d’oltralpe, Claude Chabrol e il suo: LA FILLE COUPÉE EN DEUX. Ancora una volta il regista che ha fatto dell’analisi delle passioni distruttive la propria “firma” non smentisce la sua poetica e costruisce una storia inquietante, sottilmente perversa, sullo “sdoppiamento” di una giovane ragazza divisa fra altrettanti uomini problematici. Azzeccato e significativo il commento sonoro (Mathieu Chabrol) così come la regia tagliente e minuziosa come la lama di un bisturi.
Per la sezione “Orizzonti”, la terza pellicola della giornata è stata il bel documentario MADRI di Barbara Cupisti. Una serie di interviste dà voce ad altrettante madri palestinesi ed israeliane accomunate dalla perdita dei figli. Materiale originale girato in un nitido digitale si alterna a sequenze di repertorio (piuttosto sconvolgente il corollario di inserti in cui si vedono gli effetti di esplosioni, attentati e raid dell’esercito sulla popolazione civile), costruendo un percorso coinvolgente che non rifugge da un certo gusto per l’inquadratura e la composizione dell’immagine. Un documento per non dimenticare ed allo stesso tempo lanciare un messaggio di speranza; infatti tutte le donne che appaiono nella pellicola fanno parte dell’organizzazione Parents Circle, ente che riunisce i genitori delle vittime del conflitto israelo-palestinese.
Attesissima, dopo la difficoltà di accesso alla proiezione di ieri, la seconda “uscita” de: LA RAGAZZA DEL LAGO di Andrea Molaioli. Un giallo dalla curiosa ambientazione alpina che pur presentando alcune lacune nella sceneggiatura, si fregia di una regia dignitosa, attenta ai tempi e agli spazi (l’omaggio al paesaggio montano del Friuli Venezia Giulia la cui Film Commission ha contribuito alle riprese è, però, fin troppo palese). Ottima l’interpretazione di Toni Servillo.
… Intanto, mentre si abbassano le luci davanti al Casinò; mentre la musica dell’Area Cinema Garden si perde, smorzandosi, nel rumore del mare agitato dal vento; e mentre lo “struscio” dei curiosi davanti al red carpet cede il posto ad una triste desolazione di cartacce e lattine, anche il sottoscritto si ritira verso il ricovero notturno per dare un po’ di requie alle pupille provate dalla maratona cinematografica. A risentirci a domani.