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Fuori dal Coro 2012
Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 29 agosto fino a sabato 8 settembre, giorno delle premiazioni.
Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2012.
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31/08/2012
Arriva l'autunno?
Ben ritrovati a tutti. Al terzo giorno effettivo di Mostra ed al diciassettesimo film visionato, cominciano i primi segni di cedimento psicofisico e cala, parimenti, il livello di sopportazione di fronte alle pellicole più ostiche (soprattutto quelle che il sadismo dei programmatori ha riservato, guarda caso, nelle fasce orarie più problematiche). Nel frattempo, cominciano ad arrivare masse più consistenti di accreditati e pubblico ed anche la necessità di accelerare l’arrivo alle code si fa esigenza primaria, pena la possibile esclusione dall’agognata visione. Per fortuna che le temperature sono leggermente calate anche se non si è abbattuta sul Lido quella “tempesta perfetta” che i guru del meteo avevano preannunciato. Tanto è bastato, tuttavia, perché il popolo dei festivalieri, abbia immediatamente dismesso la livrea estiva per passare, prudentemente, ad una più acconcia con l’anticipo d’autunno… Risultati spesso esilaranti dovuti alle sovrapposizioni incongrue di tessuti ed abiti ed alla convivenza di sandali o infradito su K-way multicolor e fioriture di sciarpette etniche.
Ma veniamo ai film della giornata. Apre la mattinata il film in concorso AT ANY PRICE del lanciatissimo Ramin Bahrani. Al centro della storia, le peripezie di una famiglia di grandi agricoltori dell’Iowa: lui (un bravo Dennis Quaid), capofamiglia invasato, lei, mogliettina d’ordinanza, un figlio scontento e frustrato (Zac Efron, inespressivo e atono)… miscela esplosiva in un’atmosfera opprimente da “grano rosso sangue”. Il film si apprezza più per la riflessione impietosa sul falso mito dell’espansione aziendale a tutti i costi (come suggerisce il titolo) e sull’immagine metaforica della terra che inghiotte i suoi stessi figli sfruttatori ed aguzzini. Dal punto di vista del linguaggio cinematografico, il film non si discosta molto da un medio prodotto di genere del mercato d’oltreoceano, al punto che la qualifica di “regista del decennio” assegnata da un critico americano a Bahrani, ci è sembrata un poco esagerata.
Anticipato da un bel cortometraggio-intervista ad una comunità di clarisse del Monastero di Santa Chiara di Urbino, a firma di Liliana Cavani, fuori concorso, abbiamo apprezzato il curioso LULLABY TO MY FATHER di Amos Gitai, curiosa divagazione a metà fra stravagante biopic ed appassionata opera di videoarte, incentrata sulla storia di suo padre, l’architetto Munio, dagli anni della formazione tedesca durante la Repubblica di Weimar, sino alla fuga in Palestina agli albori dello stato di Israele. L’eclettico regista adopera un linguaggio volutamente stratificato dove interventi sonori, azioni sceniche, interviste, ricostruzioni e foto d’epoca, animano un variopinto mosaico che accompagna lo spettatore in un viaggio caleidoscopico e non privo di emozioni.
Nella settimana Internazionale della Critica, che con questo film apre ufficialmente la competizione, finalmente, appare la prima commedia a rischiarare le tetraggini di questa 69 edizione della Mostra: LA CITTA’ IDEALE di Luigi Lo Cascio. Il bravo attore palermitano (“I cento passi”; “La meglio gioventù”; “Luce dei miei occhi”; “Buongiorno notte”, passa dietro la macchina da presa ed esordisce con una sceneggiatura originale scritta in collaborazione con Massimo Gaudioso, Desideria Rayner e Virginia Borgi. La storia è quella di uno stralunato architetto ecologista che, per una serie di incastri e situazioni, si ritrova addosso una accusa di omicidio colposo. Zigzagando fra Kafka e Pirandello, Lo Cascio regala al pubblico del Festival un’opera ricca di spunti ed ugualmente godibile per la sottile ironia di cui è condita e per il linguaggio cinematografico utilizzato, mai banale o scontato.
Per la sezione Giornate degli Autori, strappa risate ed applausi in sala, lo strambo QUEEN OF MONTREUILL della regista islandese Solveig Anspach. Giovane vedova con urna cineraria al seguito, si imbatte in una strampalata coppia madre e figlio islandesi, bloccati a Parigi di ritorno dalla Giamaica, dopo il crollo delle banche in madrepatria. Decide di ospitarli e tutta la sua vita cambia improvvisamente. Il tema dell’elaborazione del lutto e del suo superamento in positivo si sposa ad una delicata e divertente riflessione sul bisogno di famiglia e di vicinanza umana. Un piccolo inno alla gioia e alla vitalità virato in chiave etno-pop , la cui visione è da consigliarsi vivamente in caso di calo del morale.
Chiude la cinquina della giornata HERITAGE dell’attrice palestinese Hiam Abbass (“Munich”, “La sposa siriana”, “Il giardino di limoni”). Mentre infuria la guerra fra Libano e Israele, una famiglia palestinese si riunisce per celebrare un matrimonio, ma l’occasione fa nascere spietati conflitti interni, vendette e rivendicazioni. Ancora una volta sullo schermo troviamo un personaggio femminile di area mediorientale che combatte contro l’ordine sociale dominante e si rifiuta di intraprendere un cammino prestabilito da tradizioni ed aspettative familiari. Il tema è sicuramente intrigante, tuttavia la regista sceglie, per svilupparlo, un insieme intricato di storie e personaggi in cui non riesce a sbrogliare il bandolo della matassa. Peccato perché il cast risponde alla grande e pure l’utilizzo della macchina da presa dimostra un certo occhio per la costruzione scenica ed il taglio delle inquadrature. Se una pecca c’è, purtroppo, è proprio nella sceneggiatura e nella gestione dei vari personaggi.
E anche per oggi è tutto, arrivederci a domani per il primo week end di Mostra.
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