RASSEGNA STAMPA
a cura del CGS DORICO

OCEAN'S ELEVEN -- FATE IL VOSTRO GIOCO
Film TV - Emanuela Martini

Back to the Sixties, nello stile, nella struttura narrativa e nell'aplomb ironico con cui tutti i componenti della banda (e gli altri) attraversano le sale dei casinò e le scene di "Ocean's Eleven", il film di Steven Soderbergh remake di "Colpo grosso" (che in originale aveva lo stesso titolo). Nel 1960, "Colpo grosso", diretto da Lewis Milestone (non a caso, uno specialista di film di guerra) fu la consacrazione del successo e del potere del "Rat Pack", il clan di Sinatra: Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis jr., Peter Lawford e Joey Bishop giocavano a rapinare i loro casinò (loro nella realtà), con un piano e una narrazione che assomigliavano a un'azione bellica. ll capo, il suo braccio destro, l'assoldamento dei vari specialisti, la messa a punto del piano, la rapina, la fuga; "Quella sporca dozzina", "La grande fuga", "I professionisti", "I magnifici sette". Citando tutti questi titoli, lo sceneggiatore Ted Griffin coglie nel segno. Tra questi, "Colpo grosso" era forse il più fiacco, ma funzionava lo stesso, per l'aria da scherzo in famiglia che circolava nei dialoghi e nella recitazione dei protagonisti. E' questa l'aria che Soderbergh cattura, soprattutto con l'aiuto di George Clooney, perfetta icona canagliesca stile Hollywood classica, di Elliott Gould irriconoscibile e debordante e di Carl Reiner (regista, attore, inventore di show televisivi e padre di Rob). Mai visto un Brad Pitt così disinvolto, né un Andy Garcia (che fa il cattivo) così autoironico, "Ocean's Eleven" scorre via liscio come l'olio, nonostante gualche particolare poco plausibile (ma se no, che rapina da film sarebbe?) e qualche lentezza nella seconda parte. Quello che conta, in fondo, è il déjà-vu, un'idea di cinema in souplesse, dove tutto è previsto al millimetro, e magari prevedibile, ma anche godibile, rispolverato con un dialogo scintillante, un ritmo sciolto, attori in sintonia (per esempio Scott Caan e Casey Affleck, che interpretano i due fratelli litigiosi). Cinema di una volta? Ce ne fosse! Occhio all'incontro di pugilato: appaiono due dei superstiti della prima versione, Henry Silva e Angie Dickinson.

OCEAN'S ELEVEN -- FATE IL VOSTRO GIOCO
La Stampa - Alessandra Levantesi - 21/12/01

Steven Soderbergh è il cineasta che l'anno scorso, fatto unico nella storia degli Oscar, ha avuto contemporaneamente due film in gara per la statuetta, "Traffic" e "Erin Brockovich". Dall´alto di un tale primato non sembrava il regista più adatto a confezionare il remake di un tipico prodotto d´evasione come "Ocean´s Eleven", storia di un colpo grosso interpretata da un gruppo di divi famosi. All´epoca (era il 1960) Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr. andavano per la maggiore e vederli insieme sullo schermo costituì di per sé un elemento di attrattiva. Pur con un analogo "all stars cast" composto da George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Julia Roberts e (prendiamo fiato) a scendere Andy Garcia, Don Cheadle ecc. ecc., il risultato del rifacimento non era tuttavia così scontato. Intendiamo dire che il merito dei 50 milioni di dollari conquistati al botteghino americano nel primo week-end va anche accreditato sul conto della regia. Uscito di prigione dopo un soggiorno di quattro anni, Clooney (ovvero il Danny Ocean del titolo) dovrebbe starsene tranquillo e invece ha già in mente un piano: e che piano! L´idea è di svaligiare 150 milioni di dollari dal caveau comune ai tre più importanti casinò di Las Vegas, di proprietà dello spietato Garcia. Nella professionale sceneggiatura di Ted Griffin, la parte migliore è quella del reclutamento in giro per l´America degli specialisti necessari a compiere la rapina del secolo, facendola franca e senza colpo ferire (stiamo parlando di ladri gentiluomini). Entrano così in scena Pitt, stufo di dare lezioni di poker, Damon, borsaiolo figlio d´arte pronto a tutto, l´anziano e spiritoso Carl Reiner, il finanziatore dell´impresa Elliott Gould, irresistibile come danaroso omosessuale, e via via gli altri. Tutti d´accordo ad affrontare con disinvoltura l´operazione, pur se ai rischi previsti si aggiunge una complicazione sentimentale: oltre ai soldi, Clooney intende riprendersi l´ex moglie Roberts, che ora sta con Garcia. Nella suadente, sofisticata partitura corale, dove ogni personaggio acquista rilievo, gli undici di Clooney sono intonatissimi e accattivanti; e Soderbergh (anche direttore di fotografia sotto pseudonimo, come in "Traffic") conferisce al film un firmatissimo tocco di stile, mentre il finale aperto suggerisce che ci sarà un seguito.