Trama:
Wiktor, ambasciatore polacco in Uruguay, è rimasto vedovo e dalla morte della moglie Helena non è più lo stesso. Non riesce più a farsi carico degli intrighi politici internazionali, diffida degli amici ed inizia a pensare che sua moglie lo abbia tradito. Quando i suoi sospetti si rivelano infondati, Wiktor decide di abbandonare la vita diplomatica e torna ad essere un uomo comune, con i propri principi morali, in grado di assaporare il piacere delle emozioni offerte dalle cose semplici.
Critica:
"Polacco e cattolico, Zanussi dirige qui altri due registi in parti minori: Jerzy Stuhr, polacco e cattolico anche lui, e Nikita Mikhalkov, russo e ortodosso. L'insolita alleanza di questi condottieri cinematografici, vincitori di Leoni, Oscar e premi vari, poteva finire in scontro di personalità, se non di civiltà. Invece ne deriva il miglior film al Lido visto nella prima settimana di Mostra." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 5 settembre 2005)
"E' uno spunto che si direbbe tratto da 'Le braci' di Sandor Marai, ma ciò che preme a Zanussi è soprattutto analizzare una vicenda emblematica del postcomunismo, mentre alla caduta degli ideali è subentrata una velenosa cultura del sospetto. Stupendamente interpretato da Zbigniew Zapasiewicz e Nikita Mikhalkov, il film segna un ritorno alla grande del regista che già vinse il Leone con 'L'anno del sole quieto'." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 5 settembre 2005)
"Uno scontro psicologico fra due diplomatici, uno polacco, l'altro russo; una trama sottile che sembra costruirsi solo su un intrigo quasi giallo; con un ulteriore più lacerante sospetto; quello che in gioventù il diplomatico russo abbiamo avuto una relazione con la moglie del polacco, ora deceduta. Zanussi regge le fila di tutto con mano maestra, incisivo, lineare anche nei grovigli, nitido e disteso nel linguaggio. Con il sostegno di alcuni fra i maggiori interpreti polacchi, da Zbigniew Zapasiewicz a Daniel Olbrychaki a un russo dei più noti, Nikita Mikhalkov. Una gioia ascoltarli, e vederne le mimiche." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 5 settemre 2005)
"'Persona non grata' è il perfetto film da festival di vent'anni fa. (...) Nobile, amaro, sottile, credibile (in filigrana c'è il rapporto fra ex-Urss e paesi vassalli), ma anche macchinoso e un poco vetusto malgrado il bel cast (Zbigniew Zapasiewicz, Nikita Michalkov, in piccoli ruoli anche Victoria Zinny e Remo Girone, sua la battuta più divertente: 'In Italia abbiamo ottimi servizi segreti sottovalutati in tutto il mondo')." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 settembre 2005)
IN CONCORSO ALLA 62MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005).