regia:
Terry Gilliam
Barbara Lukêsova, Anna Rust, Jonathan Pryce, Matt Damon, Heath Ledger, Radim Kalvoda, Martin Hofmann, Harry Gilliam, Monica Bellucci (120')
anno:
2005
All’inizio del XIX secolo, mentre l’Europa è spazzata dalle truppe napoleoniche alfiere di un becero razionalismo, i borghi rurali tedeschi fanno ancora i conti con le paure della superstizione; un bel mercato per i fratelli Grimm che dietro lauto compenso si offrono ai contadini come cacciatori di streghe e demoni fasulli. Dal talento visionario del regista di Le avventure del Barone di Münchausen; La leggenda del re pescatore; Brazil; L’esercito delle dodici scimmie; Paura e delirio a Las Vegas una godibile e straboccante favola debitrice e, sotto sotto, vindice, delle maggiori fiabe tramandateci nella raccolta Kinder und Hausmarchen trascritte dalla viva voce del popolo dai veri Jakob Ludwig Karl e Wilhelm Karl Grimm. Il gioco di partenza é quello iconoclasta di distruggere l’aura accademica e pomposa dei personaggi reali, per calarli in un burlesque goticheggiante in cui due cialtroni pieni di fantasia teatrale (due registi, dunque, ma anche sceneggiatori) si ritrovano ad affrontare gli stessi personaggi delle loro creazioni. Davanti ad un prodotto del genere, smaccatamente saturo di rimandi, di particolari, di scenografie “barocche” (Guy Hendrix Dyas e Judy Farr), di “maschere” azzeccatissime, di costumi splendidi (Isabella Pescucci e Carlo Poggioli), che procede spedito grazie ad un montaggio sopra le righe (Lesley Walker) e ad una serie di gags strepitose, non si può storcere il naso se si notano forzature narrative e cedimenti nella sceneggiatura, troppo stretta per contenere il tutto. L’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un incontenibile delirio visionario che a tratti sa anche regalare momenti di fanciullesca euforia.