Il Leone d'oro alla carriera a Venezia 2005 Hayao Miyazaki, aveva presentato lo scorso anno (nel 2004) alla 61.ma Mostra Internazionale del Cinema "Il castello errante di Howl". L'accoglienza della critica era stata lusinghiera e non a torto. Il cartoon ("anime" - per dirla alla giapponese) è emblematico di uno stile poetico e fantasioso, capace di inventare scenari incredibilmente evocativi e costruire personaggi di forte suggestione. La storia di Sophie, giovane cappellaia investita da una maledizione che la invecchia improvvisamente, s'intrecca a quella di Howl, un mago condannato a trasformarsi in rapace volatile che tenta di sfuggire agli intrighi di maghe e steghe... Quello che colpisce maggiormente è la costruzione dello spazio-tempo del racconto, sorta di bella epoque mitteleuropea tecnologica e magica nel contempo, in cui si muovono umani e demoni in un fosco scenario di guerra. I ritmi dilatati della favola permettono di apprezzare i ricchi cromatismi del disegno e di lasciare spazio ad una narrazione prodiga di allusioni e richiami. Colpisce in particolare la delicatezza con cui viene richiamato il rispetto verso gli anziani e la diffidenza verso la tecnologia, tema ricorrente in Miyazaki. Da non perdere.
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