regia:
Ferzan Ozpetek
Barbora Bobulova, Andrea Di Stefano, Lisa Gastoni, Massimo Poggio, Erica Blanc, Camille Dugay Comencini
anno:
2005
Irene, leader di una rampante società commerciale, appreso il suicidio di una coppia di amici imprenditori, inizia un cammino di rielaborazione della propria vita, dei ricordi e della figura materna. Incontra Francesca, 12 anni, piccola ladra capace di grandi slanci di solidarietà verso gli ultimi, e la sua vita viene sconvolta... Un film intenso, carico di passioni, pensato ed urlato, solo a tratti sussurrato. Un film diseguale, quindi, in cui prevalgono le "esagerazioni", come nel finale non manca di farci capire lo stesso regista attraverso la voce di un personaggio secondario. Malgrado questo, o forse grazie alla cifra stilistica dell'eccesso, proliferano i percorsi; ad iniziare da quello sul disvelamento di un volto su cui si apre (la prima immagine con la lenta dissolvenza dallo scuro al chiaro ne è un indizio) e si chiude la pellicola. La ricerca del Sacro colpisce, a tratti infastidisce, anche con immagini ridondanti (si pensi alla scena della "pietà" con il barbone dalla fisionomia del Cristo prostrato sulle ginocchia della protagonista), commuove, rischia anche il kitch, non lascia comunque indifferenti. Dopo "la finestra di fronte", in cui Ozpetek gestisce spazio e tempo coniugando poesia e maestria, qui il linguaggio cinematografico è meno elegante, coerente allo stile melò del film fino alla compiacenza (le luci, gli spazi oscuri e di penombra, il colore carico...), risolto sì con mestiere, ma non all'altezza della precedente opera, che scorreva più fluida. Una valutazione che oscilla, quindi, tra i tre e i quattro pallini.