regia:
Eros Puglielli
Luigi Lo Cascio, Lucia Jiménez, Josè Angelo Egido, Carmelo Gomez (107').
anno:
2004
Una città, non ben definita, viene sconvolta da una sanguinosa scia di efferati omicidi: da una parte l’assassino, che uccidendo tenta di liberarsi delle proprie ossessioni, dall’altra il detective, che per risolvere il caso deve ritornare sul proprio passato. Eros Puglielli, classe ’73, un percorso di formazione culturale legato al mondo giovanile degli anni ’90; apprezzato dapprima come autore di fortunati cortometraggi premiati in vari festival, poi come regista del bel Tutta la conoscenza del mondo del 2001. Con quest’ultima gustosa fatica l’autore tenta di resuscitare i fasti dell’horror-thriller all’italiana anni ’70, proprio nell’edizione in cui Venezia celebra con una retrospettiva il B-movie di Lucio Fulci, Mario Bava e compagnia… Del genere rimane il gusto per le location ad effetto (qui ci troviamo in una Praga tenebrosa e irriconoscibile), la propensione ad uno scarso approfondimento psicologico dei personaggi, la ricerca della suspense, la tendenza al particolare macabro e allo splatter. In mezzo a questo terreno minato si muove uno stranito Luigi Lo Cascio, attore di punta nel panorama da “calma piatta” del Cinema nostrano, qui per la prima volta alle prese con un personaggio e un genere lontanissimi dalla sua personale formazione; il risultato è apprezzabile. Puglielli ci sa fare con la macchina da presa e allo stesso tempo si muove con agilità e singolare piglio creativo nell’insidioso genere thriller (del resto proprio la sua prima produzione di “corti” aveva suggerito una naturale propensione al “gotico” e al grottesco). Purtroppo paga lo scotto di una sceneggiatura un po’ debole, peraltro scritta ad “otto mani” con Franco Ferrini, Gabriella Blasi e Luca di Fulvio.