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NEMMENO IL DESTINO

regia: Domenico Gaglianone
Mauro Cordella, Fabrizio Nicastro, Giuseppe Sanna, Gino Lana, Stefano Cassetti (110').
anno: 2004


Ferdi, Ale e Tony; sedici anni e già una vita in macerie. Per uno c’è il disagio dell’essere figlio di emigrati, per un altro la follia della madre, per il terzo la malattia e l’alcolismo del padre. Tutti e tre cercano di fuggire. Alla sua seconda prova dopo I nostri anni, Gaglianone racconta, con toni più che drammatici, la difficoltà di crescere e liberarsi dalle miserie della vita; una sofferta Via Crucis che vedrà solo uno dei tre protagonisti arrivare a riconciliarsi col recente passato e magari avere un’opportunità di futuro. L’estetica è quella un po’ pretenziosa di certi videoclip, caratterizzata da un uso molto marcato del digitale, montaggio parossistico, frequenti cambi di angolazione della camera a mano, effetti cromatici, bianco e nero e sgranature… A tutto ciò si aggiunge una scelta narrativa che rinuncia, da un certo punto in poi, alla linearità del tempo. Il risultato finale, purtroppo, non convince del tutto. Sulla riflessione di fondo aleggia un pessimismo totale, rimarcato dall’impossibilità di deviare da quanto è stato scritto da un fato comunque avverso, al punto che, per uno dei personaggi, diventa inutile persino provare a combattere, perché tanto: “Le battaglie non si vincono mai. Non si combattono nemmeno. L’uomo scopre sul campo solo la sua follia e disperazione e la vittoria è un’illusione dei filosofi e degli stolti”, come i tre scoprono in un libro di Faulkner preso dalla biblioteca della scuola, perché incuriositi dal titolo “La rabbia e il furore”. Un parallelo sorge spontaneo con l’altra pellicola “giovanile”: Vento di Terra di Vincenzo Marra; ancora una volta molto forte è la denuncia dell’assenza di figure adulte propositive e dell’assoluta lontananza delle Istituzioni.

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