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La Pixar anche questa volta ha fatto centro. Dopo i riuscitissimi “Monster & Co.” (2002) e “Alla ricerca di Nemo” (2003), la consociata Disney continua ad avere il tocco del re Mida e a confezionare prodotti di animazione computerizzata ricchi di sfumature (qui la magia è anche nei tratti degli umani, nei precedenti film meno efficaci), tecnicamente eleganti, e nel contempo raffinati nella caratterizzazione dei personaggi e nella costruzione della storia. La vicenda della famiglia di super eroi, costretta a nascondere le proprie doti in ossequio alla generale mediocrità del mondo, si arricchisce di continue citazioni al cinema anni ’60-'70 del filone James Bond, sia nelle situazioni, che nel decò, ma soprattutto per le musiche, senza dimenticare la grafica dei titoli… Molto efficace il ritmo di gran parte della pellicola, che costruisce, tra le righe di una storia buonista sull’unità familiare, un percorso sul passaggio tra ordinario e straordinario, rintracciabile nella capacità di riconoscere con equilibrio sia i propri punti di forza che i propri punti deboli.
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