regia:
CLAUDE MILLER
LUDIVINE SAGNIER (LILI), ROBINSON STEVENIN (JULIEN), NICOLE GARCIA (MADO), BERNARD GIRAUDEAU (BRICE), JEAN-PIERRE MARIELLE (SIMON), JULIE DEPARDIEU (JEANNE-MARIE), MICHEL PICCOLI
anno:
2003
Trama Mado, una famosa attrice, passa le vacanze estive nella sua proprietà in Bretagna, assieme al fratello Simon, al figlio Julien che vuole diventare cineasta e a Brice, il suo amante del momento, regista dei suoi ultimi film. I rapporti tra Julien e sua madre sono a dir poco tumultuosi. Julien è innamorato di Lili, una ragazza del posto che vorrebbe fare l'attrice. Lili prova tenerezza per Julien, ma è affascinata da Brice, cineasta di grande fama che si mostra sensibile alla sua grazia. Un giorno, Lili gli propone di lasciare tutto e portarla a Parigi. Cinque anni dopo, Lili è una giovane attrice famosa. Non è più con Brice. Sente per caso che Julien sta per girare il suo primo film e che questo parla di lei...
Critica "'La petite Lili' è uno dei peggiori film da Cechov mai visti su uno schermo e uno dei più insipidi di Claude Miller, il regista di 'La piccola ladra' e 'L'accompagnatrice'. (...) Ecco come nasce tanto cattivo cinema francese, verrebbe da dire. Ma al di là della battuta fa male vedere tanti buoni attori (Bernard Giraudeau, Jean-Pierre Marielle) in un film così insulso e ben fatto". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 23 maggio 2003)
"Tutto basato su un sistema di simmetrie come lo è la pièce del drammaturgo russo, il film conferma la vitalità di personaggi e situazioni dell'originale; però fa anche pensare a un 'private joke' di Miller. Lo conferma, del resto, una terza simmetria, che è poi la cosa più gustosa di tutta la faccenda: quella tra i vecchi leoni dello schermo Jean-Pierre Marielle, che interpreta Simon, e Michel Piccoli, il quale fa la parte di Simon nel film - nel - film realizzato da suo nipote Julien". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 23 maggio 2003)
"Cresciuto sotto l'ala di Truffaut, Claude Miller è un regista interessante e discontinuo con un dono speciale per i personaggi di giovani donne. Lo provano titoli come 'La piccola ladra' e 'L'accompagnatrice', mentre in questo 'La petite Lili' il ritratto di Ludivine Sagnier si stempera in una foto di gruppo tanto convincente nei dettagli e in alcune scene, quanto stonata e forzosa nell'insieme. (...) Fa male vedere tanti buoni attori in un film così ben fatto e insieme pieno di cliché. D'obbligo citare Bernard Giraudeau, il regista arrivato, odiato per rancori edipici oltre che professionali dal giovane Stévenin. Ma soprattutto il grande Jean-Pierre Marielle, che va a nozze col suo personaggio di cinico malandato e chiacchierone. Con una nota di autobiografica ironia quando, nel finale, scopre che sullo schermo avrà il volto di Michel Piccoli." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 23 gennaio 2003)
"Un congresso carnale in camporella fra Ludivine Sagnier tutta nuda e l'ingrugnato Robinson Stévenin: si può immaginare un inizio meno alla Cechov per un film come 'La petite Lili', che vuol essere un moderno rifacimento de 'Il Gabbiano'? Qualcuno dirà: se 'Il Gabbiano' è davvero il capolavoro che ha cambiato il teatro, perché metterci le mani? La risposta è semplice: perché gli oltre cent'anni trascorsi dalla storica prima sono stati riempiti da continue riscritture del copione che sono anche una forma di appropriazione amorosa. (...) Il film si gode come una stimolante variazione sul tema, con attori che meriterebbero di fare 'Il gabbiano' a teatro." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 24 gennaio 2004)
Note PRESENTATO IN CONCORSO AL FESTIVAL DI CANNES 2003.