Fededrica (Valeria Bruni Tedeschi), la protagonista della storia, autobiografica per stessa ammissione della regista, è molto ricca, di quella ricchezza che le permette di vivere di rendita. Negli anni '70 la sua famiglia, a causa delle continue minacce di rapimento di quegli anni, lascia l'Italia e si trasferisce a Parigi. Federica e i suoi fratelli godono da sempre di una vita di agi e di benessere. A differenza del resto della famiglia però lei non riesce a godere dei suoi privilegi senza sfuggire al senso di colpa, che le fa vivere la propria condizione come se fosse una tragedia. Tutti questi privilegi infatti sembrano impedirle di vivere una vita da persona adulta e di assumersi le proprie responsabilità. Divisa tra un fidanzato figlio di un emigrante che si è spezzato la schiena nella fabbrica della Renault e un ex-amante che ricompare all'improvviso per riprendere la loro relazione, la ragazza decide di rivolgersi ad un prete ossessionandolo con i suoi non-problemi e considerandolo come un analista. Il tutto accompagnato dalle liti con la sorella e la madre e dall'annuncio della grave malattia del padre.
Federica è talmente ricca che questo privilegio le impedisce di condurre normalmente la sua vita da adulta, di assumersi responsabilità e conseguenze della propria quotidianità: le aspettative del fidanzato, che vorrebbe costruire una famiglia, il ritorno inatteso di un vecchio amante, i conflitti con una famiglia completamente scollata dalla realtà e destabilizzata dall'annunciata, e ormai imminente, morte del padre. Schiacciata da un'eredità in arrivo, da questi rapporti complicati con le persone che la circondano e da un senso di colpa lancinante, Federica cerca conforto in un mondo immaginario...