Trama: Rosa Maria č una giovane professoressa di Storia. Con la figlia Maria Joana, parte per una crociera attraverso il Mediterraneo con destinazione Bombay, in India, dove si trova il marito Pedro, pilota di aerei. Rosa Maria ha finalmente la possibilitā di vedere con i propri occhi i luoghi di cui ha parlato tante volte in aula e che non aveva mai visto prima. Sulla nave, conosce tre donne che la colpiscono molto - un'imprenditrice francese, una famosa ex modella italiana e un'attrice greca - e fa amicizia con il comandante, un americano di origine polacca. Ma giunta nei pressi del Golfo Persico, la crociera viene messa in pericolo da una strana minaccia...
Critica: "Se qualsiasi altro cineasta avesse fatto un film come questo, gli contesteremmo difetti plurimi, ingenuitā e magari un po' di noia; ma quando l'autore si chiama de Oliveira, non valgono le abituali regole. Il maestro si esprime in anarchica libertā, erudisce, allude, gira attorno alle cose; e nel finale, congelando sul volto di Malkovich lo stupefatto orrore della tragedia, si congeda con un segno geniale dopo averci colpiti al cuore. A che cosa servono la cultura, le belle maniere, i sentimenti e le canzoni se poi...". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 1 settembre 2003) "Ancora una volta č riuscito a sorprenderci. A incantarci come una sirena con il racconto di un viaggio alla ricerca delle radici della civiltā mediterranea. A turbarci con un finale che lascia di sasso, con la stessa espressione pietrificata di John Malkovich nell'ultima immagine del film congelata dall'orrore (...) Le bombe spazzano via ogni tentativo di comunicazione e la violenza distrugge tutto ciō che l'uomo ha costruito di buono in millenni di storia. Ogni civiltā, ci viene ricordato nel film, č destinata a scomparire. E chissā se le parole avranno ancora il potere di salvarci dall'oblio". (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 31 agosto 2003)
"Novantacinquenne, Manoel de Oliveira non salta un festival che sia uno. Figurarsi se non concorreva a questa Mostra, dove l'ottantottenne Mario Monicelli presiede la giuria. Ma č arduo trovare qualcosa di meno monicelliano che 'Un film parlato', dove il 'maestro' portoghese ripete le sue tipiche, interminabili inquadrature fisse e, peggio, riprende l'interpretazione storico-filosofica accennata in 'Parola e utopia' (Venezia, 2000)". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 1 settembre 2003)
Note - REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI EURIMAGES E DELL'ISTITUTO DO CINEMA AUDIOVISUAL E MULTIMEDIA. - PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2003).
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