Trama: Nell'Afganistan dell'era talebana le donne non possono uscire liberamente, non possono cercare un lavoro e non possono neanche manifestare per tentare di affermare i propri diritti. Una madre cerca di evitare tutto questo alla propria figlia travestendola da ragazzo, le apre le porte della scuola e …
Critica: "Come mettere in immagini la follia di un regime che proibì proprio le immagini? Diretto dall'esordiente Siddiq Barmak (già allievo del Vgik di Mosca), il primo film girato nella Kabul del dopo-talebani è semplice come un apologo, diretto come un documentario, violento come una frustata. Ma anche capace di giochi sofisticati quanto significativi sul fuori campo. Produce Makhmalbaf. Si vede." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 gennaio 2004)
"Non ha solo un alto valore di testimonianza, questo povero film afgano. Perché è anche un bel film, fin dalla prima scena di una manifestazione femminile di protesta repressa sanguinosamente dal regime talebano liberticida e misogino. (...) Uno spaccato per niente pittoresco o patetico, anzi molto energetico. Un altro tassello di quel dovere della memoria che per fortuna non tutti dimenticano". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 31 gennaio 2004)
CAMERA D'OR, MENZIONE SPECIALE, ALLA QUINZAINE DES REALISATEURS AL FESTIVAL DI CANNES 2003. GOLDEN GLOBE 2004 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
|