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PRIMA TI SPOSO POI TI ROVINO

regia: Joel e Ethan Coen
George Clooney, Catherine Zeta-Jones, Geoffrey Rush (100')
anno: 2003


Avvocato divorzista fascinoso e mascalzone in lotta contro maliarda cacciatrice di dote. Dopo la collisione si sposano ma… Fra i tanti meriti dei fratelli Coen (Mister Hula Hop, Fargo, Il grande Lebowsky, Fratello dove sei?, L’uomo che non c’era) c’è quello di aver scoperto un’insospettabile vena umoristica condita di comprovato charme nel bravo George Clooney, nuovo feticcio, dopo John Turturro, per la coppia di Minneapolis. Questa volta sotto la lente dei clinici Coen ci sono i tic e le patinature dell’upper class, conditi in salsa screwball comedy vecchia maniera (l’eterna lotta fra i sessi in cui il maschio, necessariamente, non fa una gran bella figura). Sceneggiatura impeccabile.


"Dopo una serie di dispetti reciproci e di vendette private, i due s'innamorano, come imponevano le regole ai tempi della Golden-Age. Però i Cohen lo fanno solo in omaggio alla tradizione, senza crederci un attimo: tutto il resto del film è un susseguirsi di gag al vetriolo, divertenti fino alle lacrime, perfette nei minimi dettagli: perfino troppo serrate per riuscire a goderne appieno la sola visione. Così, anche l'happy end romantico prende il sapore della gag beffarda, da far sembrare roba del giurassico non soltanto le vecchie commedie sentimentali con Cary Grant, ma anche quelle con Hugh Grant". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 settembre 2003)

"La leggenda della commedia americana si rinnova. Hanno divertito alla Mostra il nervoso Woody Allen, i truffatori di Ridley Scott e Sofia Coppola in viaggio in Giappone (..) Ma i più travolgenti sono stati i Coen che hanno costruito 'Intolerable Cruelty' sui corpi splendenti di Clooney e Zeta-Jones". (Claudio Carabba, Sette', 11 settembre 2003)

"Una beffa dal principio alla fine: degli avvocati divorzisti, dei processi che riescono a mettere in scena, delle loro clienti con le loro astute manovre, dei mariti gabbati e, per chiudere, anche un po' di quell'amore che risolve tutto. Con una intelligenza briosa sorretta da dialoghi pronti a scatenare risate. Un divertimento allo stato puro". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 17 ottobre 2003)

"Belle battute, ritmo veloce, brio, comicità e malignità: si ride molto alla commedia dei fratelli Coen intitolata in Italia 'Prima ti sposo poi ti rovino'. (...) La commedia non ideata dai Coen, realizzata 'alla maniera di', sembra ignorare quello stile e quello spirito degli autori tanto ammirato in 'Arizona Junior' o nel 'Grande Lebowski; e risulta socialmente, psicologicamente vecchia nei personaggi convenzionali, stereotipati, che i Coen stessi definiscono 'la donna dal cuore di pietra e l'uomo con la testa di mollica'". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 17 ottobre 2003)

"In generale il film, che in prima battuta si annuncia spassosissimo, perde un po' di grinta nel corso dello svolgimento. Nel contesto di un intrigo pasticciato, con personaggi che non stanno né in cielo né in terra, emerge comunque un quadro parodistico finché si vuole, ma non poco inquietante della giustizia americana in materia matrimoniale. Possibile che nella realtà un famoso avvocato per vincere la causa non esiti a ricorrere all' opera di un assassino a pagamento? Con la scusa di scherzare, i Coen hanno l'aria di dire che le cose stanno proprio così; e a un certo punto viene il sospetto che il furore vellutato di 'Intolerable cruelty' (è il titolo originale) abbia il suo ascendente nell'ironia riformista di 'Divorzio all'italiana' di Pietro Germi". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 18 ottobre 2003)

"E' la prima volta che Joel ed Ethan Coen subentrano in un film. Un po' si vede: il film ha una struttura molto classica, sulla quale i Coen hanno innestato trovate brillanti legate soprattutto al personaggio di Clooney, il super-avvocato Miles Massey. La regia di Joel è meno mirabolante del solito, e restano nell'ombra alcune possibilità di trama che avrebbero potuto essere sviluppate in modo più folle". (Alberto Crespi, 'L'Unità', 17 ottobre 2003)

"Come sempre in questo tipo di commedie, il meglio è nel tono acre dell'inizio, il peggio in quello dolciastro della fine. Qui si aggiunge la presenza statuaria - in ogni senso, a cominciare dall'inespressività - della Zeta-Jones. E, soprattutto, la presenta statuaria della Zeta-Jones si giustifica solo per il contratto prematrimoniale che la lega, nella realtà, a Michel Douglas". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 17 ottobre 2003)

"Giù il cappello davanti ai fratelli Coen, a George Clooney, a Catherine Zeta-Jones e a tutti i comprimari di 'Intolerable Cruelty', ribattezzato senza sprechi di finezza 'Prima ti sposo poi ti rovino'. Da anni non si vedeva una screwball comedy all'antica così scintillante e al tempo stesso incredibilmente attuale, forse perché dagli anni '30 a oggi la guerra dei sessi ha fatto passi da gigante, specie nel codice civile. Dopo tanti tour de force, stavolta i Coen sono forse meno inventivi, un poco più seduti su dialoghi e caratterizzazione dei personaggi. 'Intolerable Cruelty' insomma non sarà geniale come 'Il grande Lebowski', urticante come 'Fargo', inquietante come 'L'uomo che non c'era'. Ma la sapienza cinefila, il mix strepitoso di calco e reinvenzione, lo sguardo cinico-divertito su un'umanità che è ormai la parodia di una parodia, è inconfondibilmente il loro". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 ottobre 2003)

da www.cinematografo.it

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