Nelle distese di fango del lago salato di Cipro, si snodano le storie di quattro amici turchi che vivono nel desiderio di riappacificarsi con il passato. "Mi piace creare personaggi e situaziioni che mi permettano di utilizzare l'humor nero e l'ironia. Cerco figure comiche che si trovino intrappolate nella tregedia, perswone che soffrono ma con dignità. Dal mio punto di vista più una cosa è orribile più diviene comica". Dervis Zaim, considerato uno dei più brillanti talenti della cinematografia turca, punta il dito sull'opposizione greco-turca che si è venuta a creare nel 1974 a a seguito del regime dei colonnelli - ancora oggi Cipro è un'isola divisa - e lo fa col tocco leggero e fiabesco cui ci ha abituato tanta cinematografia dell'est. La leggerezza è quella di una metafora che si colora delle scansioni teatrali di un testo dell'assurdo, facendo convivere agrodolce, tragedia, grottesco e commedia... Diverte il piglio con cui mette in satira nazionalismi opposti, peccato per il ritmo un po' pesante e la recitazione un poco fiacca, comunque da vedere.