La trama: Quattro storie, legate alle quattro stagioni. "Primavera": quattro bambini,Andrea, Peppeddu, Macangiu e Istene scoprono il mare, mai visto prima d'ora. "Estate": Michele, un giovane pastore conosce Solveig, una ragazza francese piombata sulla spiaggia con il suo aeroplano, e se ne innamora. "Autunno": una giovane suora torna al suo paese per il matrimonio di una parente, e durante i festeggiamenti viene colta da malinconia. "Inverno": un anziano attraversa la città di notte alla ricerca di una prostituta.
La critica: "Sguardo tagliente, piccole epifanie, molti attori non professionisti assai ben diretti, una ricerca a tratti insistita di 'realismo magico' (struggente l'ultimo addio all'aviatore, pletorico il gran finale). Qua e là un certo intellettualismo che raffredda i personaggi e depotenzia lo sguardo di Mereu. Ma 'Ballo a tre passi' si inserisce di slancio nella curiosa fioritura di talenti in atto da qualche tempo in Sardegna". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 settembre 2003)
"Sguardo fermo, epifanie a cascata, Mereu dilata con sapienza spazi e tempi, fonde assai bene attori professionisti e non, dà forma a quella che si potrebbe dire una via sarda al 'realismo magico' (struggente l'addio all'aviatrice, pletorico il gran finale). A conferma che la vera ricchezza del nostro cinema oggi è nella varietà di lingue e di stili. Per quanto ancora, con la nuova legge che incombe?". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 settembre 2003)
"'Ballo a tre passi' di Salvatore Mereu è come un albero fiorito con radici nell'antropologia e tronco e fronde nella favolistica. (...) Da antologia il brano della festa scompaginata dalla pioggia. Meno convincente, intellettualistico, l'inverno: breve incontro di un anziano pensionato con una prostituta, con l'ometto che si invola nei cieli della morte salutato da un corteggio alla '8 ½'". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 20 settembre 2003)
"'Ballo a tre passi' è un film antinarrativo e un po' arcano, fatto di risonanze e di suggestioni più che di eventi veri e propri; dove i personaggi si sfiorano: nel senso che i protagonisti di un episodio s'intravedono, di scorcio, negli altri. Però l'idea più suggestiva è stata quella di ambientarlo in una Sardegna assolutamente inedita per lo schermo, al confine tra arcaismo e globalizzazione; facendo giustizia, in un colpo solo, delle banalità del folklore come di quelle del cinema turistico". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 settembre 2003)
Note: REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI. VINCITORE DELLA 18MA SETTIMANA DELLA CRITICA DEL FESTIVAL DI VENEZIA 2003 CON LA MOTIVAZIONE: "PER LA FORZA CON CUI IL REGISTA RAPPRESENTA DIVERSE CONDIZIONI ESISTENZIALI, RIUSCENDO ANCHE A DARE UN VALORE UNIVERSALE AD UNA REALTA' LOCALE." LA MUSICA E' ESEGUITA DAL 'CORO DI NUORO'.
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