> Home > Chi siamo > Rassegne > Contatti

 

 

:: in evidenza

::> |

A SNAKE OF JUNE

regia: Shinya Tsukamoto
Asuka Kurosawa, Yuji Koutari, Shinya Tsukamoto, Tomoro Taguchi, Susume Terajima, Mansaku Fuwa, Teruko Hanahara
anno: 2002


Shinya Tsukamoto, il regista di "A Snake of June" (Un serpente di Giugno), presentato nella Sezione Controcorrente alla 59* Mostra del Cinema di Venezia, è un regista culto. Tsukamoto è infatti l'autore del film "Tetsuo: the Iron Man", girato in bianco e nero in 16mm., grazie al quale nel 1989 raggiunse una rapida fama internazionale come un regista dall'originale ed unica visione.

Anche "A Snake of June" è un film che brilla per originalità e visionarietà. Per la trama, le tecniche di ripresa, la stordente dolcezza dell'interpretazione della protagonista l'attrice giapponese Asuka Kurosawa.

Asuka interpreta il personaggio di Rinko, una giovane donna sposata con Shigehiko, con il quale non ha più rapporti sessuali. Lavora al call center di un istituto di igiene mentale. A causa della sua attivita' conosce un malato terminale che la segue e ne fotografa i momenti più intimi. Coglie la donna nell'atto di masturbarsi.
Il fotografo indiscreto non ricatta, non chiede nulla in cambio di quei negativi fatti recapitare all'indirizzo di Rinko. Le formula un'unica istanza: "Fai quello che vuoi veramente fare !"

Girato con un bianco e nero dalle gelide tinte bluastre, Tsukamoto, strizza l'occhio al cinema espressionista degli anni '30. Sotto una pioggia incessante ed ossessiva i suoi personaggi si muovono in un percorso di allucinazione e perversione senza però mai avere un rapporto diretto. I movimenti della macchina sono lenti, seguono i personaggi, ne scrutano i gesti discreti, apparentemente insignificanti. La macchina segue il marito che a sua volta segue la moglie fino a scorgerla esibirsi in una frenetica danza autoerotica sotto la pioggia copiosa e molle come una linfa resinosa. Finamente libera di darsi tutto il piacere possibile.

La scoperta prelude ad un finale catartico e liberatorio. Inaspettato come i primi fiori dei mandorli a primavera. Imprevedibile come il commento del regista al suo film: "Per un lungo periodo di tempo, ogni anno quando arrivava la stagione delle piogge, continuavo a pensare con rammarico, mentre guardavo in tralice una bella ortensia, che neanche questa volta avevo girato Un serpente di Giugno." Sembra il preludio ad un film sentimentale della Hollywood degli anni'50.

Vi assicuriamo che non è così. (filmup.com)

indietro

 

 

top